Equitalia, no ai pignoramenti sotto i 5 mila euro

pagamenti equitaliaL’ultima rivoluzione di Equitalia non andrà in porto. Perché una circolare dei gironi scorsi aveva fatto tremare molti contribuenti, paventando la minaccia di pignorare completamente le pensioni oppure gli stipendi presso terzi.

Invece lunedì sera è arrivata la secca smentita, anche su sollecitazione delle molte associazioni di consumatori pronte subito a denunciare la manovra: nessun pignoramento è possibile per tutti i redditi derivanti da stipendio o pensione sotto i 5 mila euro mensili, così come per i conti correnti in banca o alle Poste dove vengono versati stipendi e pensioni. Quindi per il pignoramento presso il datore di lavoro o l’ente pensionistico restano i vecchi limiti, ossia un decimo dello stipendio sotto i 2.500 euro mensili di reddito, un settimo tra 2.500 e 5.000 euro e un quinto sopra questa soglia.

La nota di Equitalia è chiara: “Nelle more degli approfondimenti che si rendono necessari all’esito delle problematiche emerse in merito ai pignoramenti di conti correnti sui quali affluiscono stipendi/pensioni, si dispone, con decorrenza immediata, che per i contribuenti lavoratori dipendenti e/o pensionati non si proceda, in prima battuta, a pignoramenti presso istituti di credito/poste. Tali azioni saranno attivabili solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro oppure ente pensionistico e che, in ragione delle trattenute accreditate, il reddito da stipendio/pensione risulti pari o superiore a 5 mila euro mensili”.

Soddisfatti anche i partiti, a cominciare dal Pd che aveva sollevato per primo la questione: “Equitalia ha finalmente accolto una richiesta pressante del Pd – sottolineano Luigi Zanda e Andrea Marcucci -. La crisi sta colpendo duro le aziende e le famiglie e quindi la misura attuata da Equitalia consente di dare un po’ di ossigeno al Paese e di sgombrare il campo dall’odiosa pratica dei pignoramenti”.

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