Mutui casa: gli spread ormai alle stelle

I tassi di interesse sono al minimo storico (1,5%) ma le rate, per chi si appresta a stipulare oggi un nuovo mutuo, non sono così distanti rispetto a quelle previste nei contratti proposti dagli istituti di credito lo scorso settembre (quando il costo denaro viaggiava al 4,25%). Come mai?

 

 

 

 

La spiegazione sta nel fatto che nel frattempo la maggior parte delle banche ha alzato lo spread, ovvero il margine fisso (valido per tutta la durata del mutuo) che si va ad aggiungere all’Euribor (per i prestiti a tasso variabile) o all’indice Irs (per quelli a tasso costante) nel conteggio del tasso finale.Dal confronto delle migliori offerte di mutui rilevate dal portale MutuiOnline.it emerge che lo spread medio applicato sui prestiti ipotecari è oggi pari all’1,4%, con punte fino al 4 per cento. Valori lontani dalla soglia dell’1%, utilizzata fino a poco tempo fa dagli esperti per distinguere un mutuo a buon mercato (sotto l’1%) da uno invece caro (oltre l’1%).

«La sensazione è che le banche, a prescindere dai tassi di mercato (l’Euribor a 3 mesi viaggia sui minimi storici a quota 1,52%, ndr) facciano in modo di garantirsi un tasso finale, comprensivo anche degli oneri accessori, intorno al 5 per cento – spiega Fabio Picciolini, segretario generale di Adiconsum -. È vero che nell’ultimo periodo è aumentato il tasso di rischiosità del credito ma è anche vero che gli spread oggi praticati sono troppo elevati».

Cosa succederà se, una volta messa alle spalle l’attuale crisi, i tassi di mercato risaliranno nei prossimi anni? «Su chi sottoscrive oggi un mutuo variabile con uno spread alto cadrà, in caso di rialzo futuro dei tassi, una doppia tegola – spiega Elio Lannutti, presidente di Adusbef, l’associazione dei consumatori che recentemente ha presentato una denuncia a Bankitalia sull’innalzamento degli spread sui prestiti da parte degli istituti di credito -. Oltre al peso del costoso spread, che non si potrà più modificare per tutto il piano di rimborso salvo ricorrere a rinegoziazioni o surroghe, dovranno fronteggiare un aumento della rata». Chi è oggi alle prese con la stipula di un mutuo farebbe meglio pertanto ad aspettare tempi migliori magari preferendo, come soluzione transitoria, un affitto? «Quando la crisi passerà vorrà dire che si ridurrà la rischiosità del credito – conclude Picciolini -. In condizioni normali le banche dovrebbero ridurre proporzionalmente gli spread. Ma dubito che ciò avverrà. Ce lo dimostrano anche le compagnie petrolifere che, quando il prezzo del petrolio scende, non abbassano in modo proporzionale il prezzo della benzina».

Fonte: Mutui.com

 

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