Aumentano i fallimenti in Italia a causa della crisi

Aumento dei fallimentiBrutte notizie per l’Italia: di contro alle più rosee previsioni, i fallimenti sono aumentati anche nel 2013. Particolarmente preoccupanti sono stati i primi nove mesi dell’anno durante i quali sono state costrette a chiudere quasi diecimila attività. I fallimenti in sostanza sono aumentati del 12% rispetto al medesimo periodo del 2012. Questo è quanto emerso dai dati Cerved pubblicati dall’Ansa, e dimostra come l’effettiva ripresa finanziaria, per quanto timida, non si ripercuote ancora sull’economia reale.

Per informare gli italiani che la situazione è grave non erano necessari i dati Cerved, che tuttavia vanno a sottolineare una realtà che non può essere trascurata dal Governo. Sono giornate di fuoco queste in cui si discutono le modifiche alla legge di stabilità, e tanto l’esecutivo quanto il parlamento subiscono le pressioni dei sindacati, della confindustria e di tutte le parti sociali. Il nuovo piano economico del Governo Letta potrebbe senza dubbio rappresentare una svolta, che a questo punto è diventata essenziale di fronte ai 9.902 fallimenti e a una crescita troppo povera del solo secondo trimestre, pari al 9%.

Le stesse percentuali di crescita di cui nei giorni scorsi ha parlato il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, saranno purtroppo insignificanti se non si trasformeranno in crescita reale. Proprio questo chiedono ora gli italiani, una ripresa che parta dal basso, dalle piccole e medie aziende, proprio quelle che stanno continuamente chiudendo, e dal lavoro. Intanto la Cerved afferma che i dati sui fallimenti sono al livello “massimo osservato da più di un decennio nel periodo gennaio-settembre.” Possiamo sperare che questo sia solo il colpo di coda della crisi economica.

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