Il Sud deve finalmente ritornare alle origini, alla propria terra e alle proprie ricchezze per far ripartire un’economia che stenta a decollare. Da secoli la grande ricchezze del Meridione sono stati il clima mite e la fertilità delle terre, particolarmente favorevoli all’agricoltura. E proprio in tal senso arrivano nuove importanti misure governative. Una nuova politica volta a sostenere il settore agroalimentare che potrebbe creare, nel giro di qualche anno, ben 20mila nuovi posti di lavoro.
Le agevolazioni sembrano avvicendarci su più fronti, a partire dalle detrazioni degli affitti dei terreni per i giovani, gli incentivi alle assunzioni di giovani con contratto a tempo determinato di minimo 3 anni e con uno sgravio di un terzo della retribuzione lorda. Ma non solo, numerose sono le azioni che mirano ad incentivare il settore agroalimentare, come i mutui a tasso zero per nuove imprese agricole under 40, l’apertura di società agricola in 60 giorni e il registro unico dei controlli aziendali confluiranno nel Collegato Agricoltura alla Legge di Stabilità, così come spiega un articolo di Emilio Lanese su restoalsud.It.
Per le nuove generazioni ci sarà la possibilità di accedere a detrazioni statali 19% per giovani coltivatori diretti e imprenditori agricoli fino a 35 anni; con relativi incentivi all’assunzione di giovani con contratto a tempo indeterminato o determinato per un minimo di 3 anni, a cui si aggiungerà lo sgravio di 1/3 della retribuzione lorda.
DeduzioniIrap per ogni lavoratore che gode di contratto a tempo determinato di almeno 3 anni e per almeno 150 giornate all’anno per un importo pari a 3.750 euro annuali per lavoratori indipendenti impiegati nel periodo di imposta, 6.750 euro per assunzioni di sesso femminile nonché per quelli di età inferiore ai 35 anni; importo fino a 7.500 euro annuali per i lavoratori dipendenti assunti nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e10.500 euro per i lavoratori di sesso femminile nonché per quelli di età inferiore ai 35 anni.
A questi si aggiungeranno il 50 per cento dei contributi assistenziali e previdenziali al fine di contrastare la dilagante realtà del lavoro nero promuovere la regolarità delle imprese agricole, certificandone l’attività. Ma anche numerose semplificazioni che andranno a snellire le procedure burocratiche spesso ostacolo insormontabile per chi vuole fare impresa.