A pochi giorni dalla data di scadenza, vale a dire il 16 dicembre, per pagare i saldi Imu e Tasi 2014 e quest’anno, per la prima volta, anche l’Imu sui terreni montani, subentrano delle grandi novità per Comuni e contribuenti. Prima di tutto i comuni montani, cioè quelli posti al di sopra dei 600 metri, saranno esenti dal pagamento e secondo, quelli più bassi, hanno ricevuto una proroga. Avete capito bene, tutti i Comuni al di sopra dei 600 metri non pagheranno nulla e quelli tra i 200 e i 600 di altitudine hanno ricevuto una sospensione, nonostante dovessero pagare l’IMU entro il 16 dicembre. Il motivo?
Le nuove regole e modalità di calcolo non erano molto chiare. Non convincevano, infatti, le tre fasce altimetriche stabilite per distinguere i comuni esenti da quelli tenuti al pagamento, come pure non era chiara la regola che fissa il calcolo dell’altitudine prendendo a riferimento la casa comunale, oppure il fatto che mancava un parametro certo per distinguere, a parità di altitudine, i terreni di valore da quelli marginali. Lo Stato, viste le proteste e la poca chiarezza, ha disposto una proroga, che evita gravi e immediate ripercussioni sui bilanci dei comuni e sui contribuenti.
I sindaci eviteranno la decurtazione dei 350 milioni del Fondo di solidarietà e soprattutto non dovranno adoperarsi in una corsa contro il tempo per recuperare entro il 16 dicembre l’Imu sui terreni agricoli montani da chi fino a questo momento non aveva pagato nulla. I contribuenti eviteranno l’ennesimo rompicapo di calcoli incerti, resi ancora più complicati dal fatto che molti comuni, non prevedendo di assoggettare a Imu i terreni agricoli, non avevano previsto un’aliquota ad hoc. Secondo il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, «il rinvio del pagamento è la soluzione giusta ai problemi attuativi emersi». Il ministro ha rassicurato che il governo è al lavoro per «garantire il migliore equilibrio nell’interesse dei territori coinvolti e delle imprese agricole, a partire dalla conferma delle esenzioni per imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti». Ma a quando questa proroga? Naturalmente a data da destinarsi.