Quella appena passata è stata una settimana di grandi novità in particolare nell’ambito Partite Iva e lavoratori autonomi. Dapprima è stata concordata l’approvazione dell’emendamento Saltamartini che ha bloccato i contributi INPS per l’anno in corso al 27%, poi la tanto attesa decisione sul Regime dei Minimi 2015 con l’ufficializzazione del dietro-front annunciato ormai da mesi.
Le partite Iva avranno così davanti una doppia possibilità: optare per un Regime dei Minimi 2015 ‘vecchio stampo’, con tasse al 5% e limite reddituale massimo fissato a 30mila euro, o propendere per il nuovo Regime dei Minimi 2015, quello con imposta sostitutiva al 15% e limiti reddituali fissati a 15 e 40mila euro. La libertà di scelta, è bene ricordarlo, varrà solo per l’anno in corso: a partire dal 2016 prossimo infatti, le Partite Iva avranno davanti una sola possibilità – l’unico adottabile sarà il Regime dei Minimi 2015 configurato nell’ultima Legge di Stabilità – con in più l’aggravante del già annunciato incremento dei contributi INPS, destinati a salire seppur gradualmente.
L’impressione però è che Partite Iva e lavoratori autonomi siano solo all’inizio di una lunga battaglia, un percorso figlio anche e soprattutto di un’unità di intenti che sul fronte degli stessi lavoratori autonomi non si registrava da tempo. I presupposti per giungere dunque a nuovi obiettivi condivisi ci sono tutti, piuttosto bisognerà accertarsi del livello di ricettività del governo Renzi, che ha già abbondantemente dimostrato di non considerare più di tanto le partite Iva: il nuovo Regime dei Minimi 2015 di fatto è solo l’ultima prova, basti pensare ad esempio al bonus Irpef relativo ai famosi 80 euro in più al mese che guarda caso ha interessato tutte le categorie lavorative tranne quella dei lavoratori autonomi con Partite Iva.