Mutui: ancora nulla di fatto per il tetto al 4%

«Sono passati più di sei mesi dal Decreto anticrisi, possibile che non abbia ancora ricevuto il contributo dello Stato per il mio mutuo a tasso variabile?» Lo sfogo dei lettori che quotidianamente scrivono a Mutui 24 è comprensibile: del “tetto al 4%” per gli interessi da versare nel 2009 sui finanziamenti per la prima casa accesi prima del 31 ottobre 2008, tanto sbandierato al momento di presentare le misure di sostegno alle famiglie italiane, non esiste pressoché traccia.

Le responsabilità
Cercare di capire dove si sia inceppata la macchina della burocrazia è come al solito un esercizio complicato e forse pure improduttivo. Di sicuro il ministero delle Finanze ci ha messo del suo al momento di stendere il testo di legge, così poco chiaro da rendere necessaria la pubblicazione di tre successive circolari esplicative. Ma non è una novità: del resto per rendere operativa la portabilità introdotta dal decreto Bersani ci sono voluti ben sette interventi successivi e complessivamente più di un anno di tempo.

Parte del ritardo è poi dovuto alla trasmissione degli elenchi dei mutuatari aventi diritto alle agevolazioni dall’Agenzia delle entrate alle singole banche, un meccanismo che si è evidentemente rivelato più complicato delle attese, se è vero che le liste sono di fatto pronte da marzo. Mentre le parti – come spesso avviene – tendono a rimpallarsi le responsabilità, alcune banche sembrano finalmente pronte ad attribuire (con valuta retroattiva) i rimborsi ai clienti.

Autocertificazione per tutti
Per superare in modo definitivo l’impasse, l’Associazione bancaria italiana (Abi) invierà inoltre nei prossimi giorni una circolare con la quale inviterà gli istituti di credito ad accettare quei moduli di autocertificazione che in origine dovevano servire soltanto per i mutuatari non inclusi nella lista dell’Agenzia delle entrate. Certo, sarebbe auspicabile che si facesse luce anche su alcune questioni tuttora irrisolte, prima fra tutte l’accesso ai contributi per tutti coloro che hanno stipulato un mutuo a tasso misto.

L’Abi stessa in via informale aveva dato parere favorevole all’inclusione di questo tipo di prodotti, ma forse i tempi non sono ancora maturi per chiudere definitivamente la partita. E meno male che il tasso Euribor, il parametro base per i mutui variabili, ci ha messo del suo scendendo da oltre il 5% di quando l’intervento è stato ideato a meno dell’1% di questi giorni. Almeno questa volta la «mano invisibile» del mercato ha giocato a favore delle famiglie italiane.

Fonte: Ilsole24ore.com

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