Referendum elettorale: i punti di vista

Quanto si tratta di elezioni politiche, amministrative o europee, l’invito ad andare a votare da parte dei partiti è unanime, ma quando si tratta di andare a votare per un referendum abrogativo affiorano spaccature, divergenze ed inviti chiari e palesi all’astensione.

Nelle ultime ore in merito l’atmosfera si sta facendo sempre più rovente, visto che ci sono parecchi partiti che, in modo esplicito, o più o meno velato, invitano i cittadini/elettori ad andare al mare o, dove ci sono i ballottaggi, a ritirare solamente le schede per le elezioni amministrative 2009.
Il partito che più di tutti punta a far “saltare” il referendum è la Lega di Umberto Bossi; nelle ultime ore è sceso in campo anche Roberto Maroni, ministro dell’Interno, il quale ha tra l’altro invitato i presidenti di seggio, dove si tengono anche le elezioni amministrative, a non fare i furbi in virtù del fatto che è un diritto del cittadino-elettore non ritirare le schede per il referendum.
 
Ma cosa cambia se il referendum raggiungesse il quorum ed a vincere sarebbero i “SI’”? Ebbene, se passassero tutti e tre i quesiti proposti sarebbero abrogate le coalizioni sia per le elezioni alla Camera, sia al Senato, ed il premio di maggioranza andrebbe solo alla lista che ha ottenuto nella tornata elettorale più voti.
 
A conti fatti, la vittoria dei “SI’” avvantaggerebbe sia il Partito Democratico, sia il Popolo delle Libertà, in quando agevolerebbe ed incentiverebbe la costituzione di schieramenti perfettamente bipolari; inoltre, con il “SI’” al quesito numero tre, quello dell’abrogazione delle candidature multiple, nessun candidato potrebbe più presentarsi in una tornata elettorale contemporaneamente in più circoscrizioni.
 
Il Comitato promotore del referendum, tra l’altro, ritiene che con la vittoria dei “SI’” al referendum si eliminerebbe del tutto, e definitivamente, il “dominio” ed il ricatto dei piccoli partiti nei confronti dei più grandi quando si tratta di fare le Leggi e prendere decisioni importanti per il Paese. Non a caso, in questi anni i Governi che sono “caduti” molto spesso sono stati ostaggio delle minoranze; con l’abrogazione delle candidature multiple, inoltre, si chiuderebbe quella fase che, in molte tornate elettorali, vede i leader di partito presentarsi in molte circoscrizioni, se non in tutte, con l’obiettivo palese di “acchiappare voti” togliendo spazio e visibilità al nuovo e salvaguardando la “casta”.
 
E se la Lega punta all’astensionismo, il Popolo delle Libertà, già subito dopo i risultati delle europee ha fatto marcia indietro annunciando di non voler sostenere il referendum; fuori dal coro c’è Gianfranco Fini, che non solo andrà a votare, ma ha invitato apertamente gli italiani a recarsi alle urne. Lunedì prossimo, 22 giugno 2009, dopo la chiusura delle urne, oltre alle polemiche sui risultati dei ballottaggi ci saranno quindi anche quelle sul referendum e sul suo esito, comunque vada!

Fonte: Vostrisoldi.it

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