Anche quest’anno i saldi di fine stagione arriveranno qualche settimana prima rispetto all’anno precedente e prenderanno il via a partire dal prossimo 2 luglio in Campania e Basilicata. Il grosso delle regioni parte il 4 luglio, ultimo via in Molise il 15 luglio. Considerando la situazione attuale, fortemente caratterizzata da un calo dei consumi in tutti i settori economici, ma in particolare modo in quello della moda, anche una parte marginale delle imprese del settore ripongono grande attenzione ed aspettativa sui saldi, così come i consumatori desiderosi di acquistare subito, ancora prima dell’inizio della stagione estiva, i capi di abbigliamento.
Ritornano di moda sempre in questi periodi e nei periodi di difficoltà proposte di liberalizzazione dei saldi, come se il problema del commercio fosse affidato esclusivamente alle vendite di fine stagione.
“Una riflessione si rende necessaria – sostiene il Presidente della Fismo Nazionale, Roberto Manzoni – soprattutto in un momento economico finanziario in cui l’etica e la chiarezza impongono a tutti comportamenti seri e regole certe, a cominciare dal rispetto dei vari regolamenti regionali.
Il primo sabato di luglio (inizio saldi estivi) e di gennaio (inizio saldi invernali) sono date che non possono essere considerate di fine stagione ma date di vendite ordinarie. Assistiamo sempre più ad una competizione vera e propria delle regioni a chi determina prima l’inizio dei saldi”.
“La posizione della Fismo-Confesercenti per quanto concerne l’inizio dei saldi – sottolinea Manzoni – è stata ampiamente discussa e condivisa da tutta la categoria ed anche da imprese che non aderendo ad alcuna federazione sindacale sostengono la necessità di una legge nazionale che regolamenti nuovamente i saldi, spostando alla fine della stagione, sia estiva che invernale, tale periodo. Nessuna impresa, se vuole rimanere sana, può permettersi di vendere 365 giorni all’anno prodotti a margini azzerati”.
“Sarebbe più rispettoso per i consumatori – conclude il presidente della Fismo – un sistema che assicuri trasparenza sui prezzi originari ed offra in alcuni momenti occasioni favorevoli all’acquisto. Il commercio ha bisogno oggi più che mai di impegni seri, sgombrando il campo da false idee di liberalizzazioni che non risolvono il problema, ma lo aggravano ulteriormente”.
Fonte: Confesercenti.it