Ieri c’è stato un primo passo importante per un accordo commerciale fra la Fiat e la Chrysler, attraverso cui la società italiana entrerà in possesso di una quota del 35% dell’azienda americana. Il preliminare d’accordo è stato firmato ieri e non prevede per l’impresa di Torino alcun investimento in contante né un impegno a finanziare l’azienda americana.
Al di là dell’importanza dell’aspetto economico, che si preannuncia interessante sopratutto per le ricadute positive sulla produttività e sull’occupazione, vi è un aspetto fondamentale che riguarda l’ambiente . Qualche tempo infatti fa infatti parlammo su Ecoblog a proposito delle difficoltà delle più importanti case automobilistiche americane (Chrysler, Ford, General Motors) e delle loro richieste economiche al governo centrale americano per avere fondi economici d’aiuto per mettere a punto, nella produzione, una gamma di veicoli a minor impatto ambientale.
L’accordo con la Fiat aiuta in quest’ottica la Chrysler ad accelerare e rafforzare il suo piano di rilancio, dopo aver ricevuto rassicurazioni dal governo di una robusta iniezione di capitali pubblici, necessari al gruppo per non essere costretto a portare i libri in tribunale. La collaborazione di Fiat offrirebbe infatti a Chrysler la possibilità di costruire velocemente una gamma completa di auto a trazione anteriore e a bassa emissione.
E così mentre gli altri due costruttori General Motors e Ford, stanno pianificando l’introduzione di una gamma completa di vetture piccole e medie a basso impatto ambientale, che con tutta probabilità verranno lanciate negli Stati Uniti nel 2011, Chrysler non avendo una simile gamma di veicoli, ha puntato gli occhi sulla Fiat, storicamente una delle case automobilistiche europee capace di costruire autoveicoli a più basso impatto ambientale, per via naturalmente dei modelli di produzione a bassa cilindrata.
Per Fiat si tratterebbe, fra i tanti vantaggi, anche di una ghiotta occasione per rafforzarsi nel ruolo di fornitore di hardware per l’industria automobilistica. Nonostante i buoni propositi è tuttavia presto per dire che si tratti davvero di tempi che cambiano nel settore automobilistico americano. Assisteremo davvero ad una rivoluzione verde o sarà semplicemente una abile mossa strategica per salvare l’azienda statunitense dal tracollo?
Via | Ilsole24ore.com
Foto | Flick
Fonte: Ecoblog.it