Le risorse per finanziarie investimenti e gravi fiscali senza scardinare i conti pubblici ci sono ma occorre mettere mano ad un taglio della spesa pubblica improduttiva che potrebbe far affluire almeno 15 miliardi alla ricerca e all’innovazione, alle infrastrutture e agli sgravi fiscali.
E’ questo il senso dell'”appello” che il leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, a margine della convention dei Giovani imprenditori rivolge al paese, alla politica, e ai sindacati perché si uniscano intorno a questo”grande progetto” dando vita ad una sorta di avviso comune da cui far passare il rilancio dell’economia. Argomento sul quale, ha detto al termine della convention Marcegaglia, “dal ministro Tremonti e’ arrivata un’apertura”.
“In queste settimane si è creata una situazione in cui pare ci sia una contrapposizione tra il partito della spesa e il partito del rigore. Io penso che c’è un modo per unire le due cose, per trovare i soldi per fare investimenti in ricerca e innovazione, infrastrutture e sgravi fiscali e allo stesso tempo non spaccare i conti pubblici: e cioè tagliare la spesa pubblica improduttiva”, ha detto ancora il leader di Confindustria durante l’incontro. E i conti sono presto fatti dal centro studi di viale dell’Astronomia: “Se sull’acquisto di beni e servizi della P.a. si tornasse ai livelli del 2000, al netto dell’inflazione potremmo ridurre i costi di almeno 11 miliardi di euro”. “Una enormità”, prosegue. E anche dall’accorpamento delle prefetture e delle province potrebbero affluire altri 4 miliardi mentre nuove risorse affluirebbero “se si mettesse mano, sopratutto al sud, agli sprechi enormi nella sanità”. Un “grande appello” dunque, ribadisce ancora Marcegaglia, “a che il paese di unisca e non si divida, un avviso comune tra imprenditori e sindacati per varare un grande taglio della spesa pubblica improduttiva”, sottolinea.
La preoccupazione degli imprenditori, d’altra parte, è forte. “Serve un grande senso di responsabilità. Bisogna unirsi non dividersi e trovare le risorse dai tagli della spesa pubblica improduttiva. La preoccupazione è forte e il tema va affrontato con un grande senso di responsabilità da parte di tutti”, aggiunge. E gli industriali guardano anche ai dati sulla disoccupazione che nel 2010 potrà arrivare, secondo il Centro Studi, al 9,5% nel 2010. “Un dato molto alto ed il tema è serio e vero”
In momenti difficili bisogna unire le forze e fare le riforme, anche impopolari”, afferma a questo punto Marcegaglia. ”Le parole d’ordine -prosegue il presidente- sono cambiamento, riforma, futuro e capacità di superare i problemi che ci tengono legati a una crescita troppo bassa. Dobbiamo tornare a parlare di riforme”, insiste.
Il Paese sta entrando in una nuova fase aperta dalla crisi economica. Finita l’emergenza, arrestata la caduta “le scelte di ora e le politiche economiche che si attueranno adesso, faranno la differenza” per la ripresa del futuro, ha sottolineato il leader di Confindustria. “Credo che stiamo entrando in nuova fase della crisi. L’emergenza peggiore è alle spalle. Non c’è più una fase drammatica di caduta libera. Abbiamo fermato dunque l’emergenza ma entriamo ora in nuova fase ma altrettanto difficile”, dice dal palco dei giovani imprenditori. “Nell’emergenza tutti hanno pensato a sopravvivere e a tenere in piedi le imprese. Oggi, invece, per i sopravvissuti, e sono di più di quanto pensavamo, si apre uno scenario difficile e delicato. Le scelte di adesso e le politiche economiche che si decideranno, faranno la differenza nei prossimi anni e nei prossimi mesi”.
Gli industriali si attendono poi che il governo dia corpo, in poche settimane, alla volontà di dar vita ad un fondo per aumentare il capitale delle piccole e medie imprese. “Ci aspettiamo che sia confermata una cosa molto importante per noi: la volontà in poche settimane di dar vita ad un fondo per aumentare il capitale delle piccole e medie imprese. Lo chiediamo da mesi, abbiamo fatto una moratoria dei crediti…ora, in questa fase di crisi serve un fondo a capitale pubblico e privato che aiuti ad aumentare il capitale delle aziende”, spiega. Non solo. Gli industriali, aggiunge Marcegaglia, “ci attendiamo anche alcuni sgravi fiscali che incentivino le imprese e le banche a partecipare al fondo”.
Fonte: Adnkronos.com