Dopo le polemiche suscitate dall’indagine ISTAT sui rincari sempre più ingestibili da affrontare, la Cia dichiara che nel 2009 il settore dei prodotti domestici e alimentari è rimasto fondamentalmente stabile ,preventivando però per il 2010, svariati rincari pari allo 0,4% .
Dati, questi, che gettano un po’ di inquietudine in quanto si è assistito all’emergere di svariate inchieste che hanno denunciato aumenti ingiustificati proprio in tali settori che ricoprono un ruolo assolutamente strategico nella vita quotidiana delle famiglie.
Secondo la Confederazione Italiana agricoltori, prodotti quali pane, latte, frutta, latte e derivati olio d’oliva e canne bovina hanno subito un calo, non destinato di certo a durare, mentre a registrare un aumento sono state le spese sostenute negli hard-discount per anni sinonimo di vantaggio e convenienza.
Un dato è certo, che le tavole degli italiani non hanno certamente smesso di risentire delle conseguenze innescate dalla crisi monetaria determinando però, comunque, una certa stabilità nel monitoraggio dei consumi. Ma pare che il prezzo dei cibi stia per subire in questo 2010 ancora giovane, rincari e aumenti che modificheranno in parte i menù del 60% delle famiglie portando il 30% di queste a limitare i consumi e gli acquisti, e il restante 30% a dirigersi verso beni più scadenti e quindi più economici. Così si pronosticano tendenziali contrazioni per quanto riguarda la domanda dei cereali pari a meno 1,5% , per carni bovine meno 2,2%, per i vini di origine controllata meno 1,4% .
Pare che questo dovrebbe portare ad un aumento pari a 3€ in più sulla spesa mensile rispetto al 2008/2009.
Un vero problema per gli abitanti del ” Bel Paese”, questo, che nell’anno in corso potrebbero rischiare di vedere aumentare l’unico bene di cui ancora non si può fare a meno, il cibo.