A disposizione dei clienti italiani: 800-869682. Il problema nasce dal pretensionatore.
Attenzione. In caso di incidente la vostra Yaris potrebbe prendere fuoco. Le vetture costruite dalla Toyota tra giugno 2005 e aprile 2006, infatti, hanno evidenziato un difetto piuttosto grave nel complesso dispositivo che regola il funzionamento delle cinture di sicurezza, il pretensionatore.
Questo meccanismo, che in caso di urto violento permette alle cinture di richiamare la fibbia e trattenere il passeggero incollato al sedile, si attiva grazie a una scintilla e contiene un esplosivo, il protossido di azoto. Purtroppo, sulle macchine difettose, il gas potrebbe fuoriuscire e innescare un incendio all’interno dell’abitacolo.
Tra l’altro le automobili a rischio non sono poche: circa 100mila in Italia e più di 1 milione 300mila nel mondo. Dalla casa giapponese comunque fanno sapere che anche se “il problema, ad oggi, si è verificato solo su 3 Yaris al mondo (nessuna in Europa), Toyota, particolarmente attenta alla qualità e alla sicurezza della propria clientela, ha deciso di avviare una campagna di richiamo”.
Il numero verde a disposizione
Per ogni ulteriore informazione è a disposizione di tutti i clienti il numero verde di Toyota Motor Italia: 800-869682.
A partire da oggi, inoltre, sono state spedite ai singoli proprietari delle Yaris difettose delle lettere in cui viene spiegato qual è il problema e come risolverlo.
“Nel caso in cui, solo in seguito ad un incidente ed in circostanze estreme, si azionino i pretensionatori delle cinture di sicurezza, è possibile che un isolante acustico, collocato alla base del montante centrale in prossimità del pretensionatore, sia danneggiato dal gas ad alta temperatura generato dal pretensionatore stesso. Una tale evenienza, nel peggiore dei casi, potrebbe innescare dopo la collisione un principio di combustione nell’area dove l’isolante è posizionato”.
Se vi arriva una lettera dalla Toyota…
Una volta ricevuta la lettera, basterà prenotare un appuntamento in un qualunque concessionario Toyota e i meccanici ripareranno il guasto nel giro di un’oretta, naturalmente senza spese per l’automobilista.
Ma tanta efficienza è davvero possibile? “I proprietari delle vetture difettose sono effettivamente rintracciabili dai costruttori, anche se, nel frattempo, il veicolo fosse stato venduto a qualcun altro”, spiega l’ingegner Enrico De Vita, “tutte le case automobilistiche che fanno richiami e hanno dimestichezza con il mercato statunitense utilizzano questa prassi e di solito agiscono con molta serietà. Al di là dell’oceano, infatti, già dal 1969 grazie alla creazione della Nhtsa i richiami per le auto difettose sono obbligatori”.
In Europa, invece, l’istituzione del ritiro obbligatorio dal mercato per le auto che presentano problemi è avvenuta sola nei primi anni ’90. Il nostro paese, però, ha un primato che non ci saremmo mai aspettati.
“Sono stato io a fare il primo richiamo in Italia”
“Il primo richiamo volontario in Italia è avvenuto nel lontano 1966”, ricorda De Vita. “L’Innocenti si accorse che la sua Mini subiva durante le manovre di parcheggio un blocco allo sterzo. La casa automobilistica, allora, non ebbe alcuna esitazione ritirò dal mercato tutte le vetture in circolazione per cambiare la scatola dello sterzo. E l’ingegnere che organizzo il richiamo ero proprio io”.
Fonte: Ilsalvagente.it