Incentivi per l’auto nuova verso un bonus da 1500 euro

Secondo le indiscrezioni la nuova rottamazione varrà per l’acquisto di un’auto Euro4-5, elettrico o ibrido con emissione non oltre 140 g/km di CO2 o 130 g/km se diesel


VINCENZO BORGOMEO
Incentivi? Si, fra dieci giorni, realizzati con decreto legge, e con un bonus di 1500 euro per l’acquisto di un’auto Euro 4 o Euro 5, elettrico o ibrido con emissione non oltre 140 g/km di CO2 se benzina o 130 g/km se diesel. Il tutto abbinato all’esenzione della tassa di possesso (bollo) per 1 anno o di tre anni se l’auto rottamata è una Euro0. E già perché anche per il 2009 gli aiuti all’acquisto di auto nuove saranno vincolati alla distruzione di una vecchia macchina, purché immatricolata entro il 31 dicembre del 1997.

Confermato anche lo stesso incentivo di 1500 euro se si rottama un’auto e contestualmente si stipula un contratto annuale di car-sharing o un abbonamento annuale al trasporto pubblico.

Questo è quello che emerge dalla prime indiscrezioni dal tavolo tecnico riunitosi ieri a Palazzo Chigi. In pratica si tratta di un grosso passo avanti rispetto agli aiuti governativi dello scorso anno (che arrivavano al massimo a 800 euro, oppure a 1200 rottamando due vecchie auto), ma che lascia deluse le associazioni che rappresentano concessionari, importatori, e case italiane: la loro richiesta era infatti quella di ampliare la fascia di auto rottamabili, estendendola a tutte le Euro2, quindi le auto immatricolate dal 1998 alla fine del 1999.

La scelta del governo invece include solo il primo anno di Euro2, e per un motivo molto semplice: l’obiettivo – dichiarato – è quello di non creare troppe disparità sul mercato europeo. E visto che la Germania ha appena lanciato super incentivi da 2500 euro, con questa manovra l’Italia dovrebbe scongiurare enormi differenze di prezzo (1000 euro di differenza di prezzo saranno compensate ampiamente dalla offerte commerciali delle case e renderanno poco conveniente il commercio di auto dalla Germania all’Italia).

Insomma, dovendo scegliere (l’ostacolo com’è noto è la copertura di bilancio che il ministro Tremonti ha già posto più volte come elemento non negoziabile) si punta ad aumentare l’importo dell’incentivo più che ad estendere le auto rottamabili: dai primi calcoli l’esborso economico per lo Stato sarebbe lo stesso. Ma non è tutto: il governo starebbe lavorando anche all’introduzione di una sovrattassa sulle auto più inquinanti, ma quest’ultima ipotesi è ancora tutta da verificare.

Il problema, però, ora è un altro: il mercato dell’auto è completamente paralizzato, e non solo per la crisi. Tutti questi annunci di incentivi, i tavoli di discussione e le dichiarazioni dei ministri hanno ovviamente bloccato le vendite perché chi deve (o vuole, caso più raro visti i tempi…) comprare un’auto ovviamente aspetta. E considerando che ormai il mese di gennaio è finito, le stime per il crollo delle immatricolazioni sono nell’ordine del 40%, ma si potrebbe arrivare addirittura al 50%. In ogni caso un record negativo assoluto.

Ed è per questo che ieri il presidente Montezemolo aveva lanciato l’allarme per “fare presto” e che oggi il segretario del Pd Walter Veltroni in un incontro con imprenditori e associazioni di categoria alla Camera di commercio di Nuoro, polemizza con i tempi del governo per affrontare la crisi dell’auto: “Sono favorevole agli incentivi per l’auto – ha spiegato Veltroni – ma quando ci sono crisi così i problemi non si risolvono a 10 giorni, a un mese o a un anno ma ad horas. Si lavora giorno e notte e si trovano le soluzioni anche perchè gli annunci paralizzano il mercato e sono posti di lavoro che si perdono”.

Stesso tono anche per il Presidente dell’Unrae, l’Associazione dei Costruttori esteri, Salvatore Pistola: “Massima urgenza dei provvedimenti al rinnovo del parco circolante ma improprie ed inopportune eventuali iniziative aggravanti una fiscalità già a livelli insostenibili. Non bisogna mai dimenticare, infatti – ha sottolineato Pistola – che al di là delle crisi cicliche, il mercato dell’auto in Italia è condizionato da una fiscalità che è di gran lunga la più pesante tra i principali Paesi europei e che incide negativamente sulla struttura del mercato stesso, con effetti distorsivi nei confronti dei Paesi più moderni ed avanzati”.

Altro allarme arriva poi dal mondo dell’indotto: “Molto preoccupante è la situazione dei fornitori auto particolarmente esposti alla crisi a causa della dipendenza dai produttori”. A dirlo è la commissione europea in un documento riservato, preparato per le riunioni di alto livello con governi e industria privata.

Fonte: La Repubblica

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