L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato dopo la riunione tenutasi nel pomeriggio di ieri, ha deliberato che tra le tre società leader nel settore della distribuzione gas effettivamente esisteva un’illecita intesa volta a ritoccare i prezzi di listino di gas e metano, per poter guadagnare a danno dei consumatori.
La decisione dell’ Autorità nasce da un’attenta analisi condotta sulle variazioni subite dai prezzi del Gpl in bombola durante il decennio che va dal 1995 al 2005, decennio che ha previsto un rigonfiamento dei prezzi ingiustificato e che ha portato, ovviamente, serie ripercussioni sull’economia casalinga dei poveri consumatori ignari.
A quanto pare a denunciare l’oscillazione sospetta, la stessa compagnia Eni che sembra non aver avuto particolari sanzioni proprio perché decisa a collaborare con l’ Antitrust.
Le altre due società non hanno potuto godere della stessa fortunata sorte, infatti, sia Butangas e Liquigas hanno subito sanzioni con multe pari, rispettivamente, a 4.888.121 euro e 17.142.188 euro.
L’Eni aveva denunciato tali irregolarità il 31 ottobre del 2008 dopo che l’Antitrust aveva dato il via ad un’un istruttoria volta ad approfondire e a determinare la presenza di una compartecipazione delle aziende distributrici di gas e metano, sul mercato sardo, senza però riscontrare particolari elementi.
Infatti da quanto emerso dal mercato della Sardegna, sembra che tale innalzamento dei prezzi sia stato dovuto alla manifestazione locale degli effetti del cartello nazionale tra le società Eni, Liquigas e Butangas.
A quanto pare ci troviamo di fronte all’ennesima truffa all’italiana a danno dei consumatori che continuano a pagare lo scotto delle grandi aziende che manipolano i prezzi della propria merce in base all’andamento del mercato, senza tutelare in alcun modo i consumatori ignari costretti a pagare cifre indebite che probabilmente non verranno mai restituite.