Olio e plastica, il recupero funziona

C’è un nuovo servizio per tutti i cittadini romani, grazie ad un accordo siglato dall’Azienda Municipale Ambiente di Roma e dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, perfettamente in linea con una sana politica di recupero nel rispetto ambientale.

Da questa settimana infatti sarà possibile smaltire olii lubrificanti usati di provenienza domestica in ben quattro centri situati tra la capitale e Ostia.

 Sarà sufficiente portare l’olio usato in un contenitore chiuso ermeticamente e, dopo aver presentato un documento di identità ai responsabili del centro raccolta, versare il contenuto nel serbatoio. L’intento del Consorzio è quello di limitare la dispersione di olio lubrificante usato nei tombini o nel terreno ed opera in Italia sin dal 1984 garantendo il recupero del 95 % di tutto il liquido inquinante.

Per capirne i peso basta pensare che quattro chili di olio usato, ossia quello normalmente usato su un’auto, miscelati con l’acqua possono inquinare una superficie pari a quella di un campo di calcio e raggiungere facilmente le falde acquifere. Ecco perché l’esempio romano diventa doppiamente importante. Per tutti i dettagli potete leggere qui.

Ma il recupero è fondamentale anche per altre componenti molto comuni nella nostra vita, come la plastica. Ora la multinazionale Electrolux ha ideato il progetto ‘Vac from the sea’ che prevede la raccolta dei residui di plastica dagli ecosistemi marini dell’Oceano Pacifico, Oceano Indiano e Atlantico e nei mari Mediterraneo, Baltico e del Nord.

La plastica raccolta sarà riciclata per produrre un numero limitato di aspirapolvere. Non una novità visto che l’azienda ha già un catalogo di prodotti ecosostenibili che copre circa il 70% delle vendite totali anche se l’obiettivo perseguito è quello di raggiungere il 100% nel medio periodo. Gli esperti che si stanno occupando di questo progetto sostengono che realizzare un aspirapolvere con materiale plastico riciclato garantisce un importante risparmio di acqua e diminuire dell’80-90 % le richieste di energia necessaria per la produzione di materiale plastico vergine. Tutti i particolari qui

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