E’ il solito fenomeno legato al prezzo dei carburanti che si registra solo in Italia. Perché se le quotazioni internazionali del prodotto greggio sono calate di quasi 5 centesimi sulla benzina e 1,5 sul diesel, non così è stato in Italia praticamente presso le pompe di tutte le marche e anche nei No-logo, tanto che si calcola complessivamente un aumento del carburante di 10 centesimi negli ultimi tre mesi.
Colpa, ancora una volta, delle accise non ultima quella stabilita dal governo per aiutare i terremotati dell’Emilia. Infatti, come informa ‘Staffetta Quotidiana’, “è arrivata la conferma che gli aumenti delle accise pari a 2 centesimi al litro introdotti lo scorso giugno dal governo per far fronte all’emergenza terremoto in Emilia diventeranno strutturali. Nel disegno di legge di stabilità il governo conferma infatti le aliquote che sarebbero dovute scadere il 31 dicembre prossimo e incassa così poco meno di un miliardo l’anno”.
Inoltre è stato anche confermato e reso strutturale l’aumento di 0,42 centesimi al litro introdotto il 9 agosto scorso per finanziare il bonus fiscale per i gestori delle stazioni di servizio. Complessivamente vuole dire quasi tre centesimi al litro che invece dal prossimo 1° gennaio si sarebbero potuti risparmiare.
Così le ultime rilevazioni sui prezzi restano decisamente alte con punte di 1,978 euro al litro sulla benzina, 1,842 sul diesel e 0,874 sul gpl mentre le medie nazionali sono di 1,912 per la ‘verde’, 1,807 per il diesel e 0,845 per il gpl. In pratica nel ‘servito’ per la benzina si va dall’1,893 euro per litro di Eni all’1,912 di Tamoil mentre i No-logo sono a 1,787. Per il diesel si passa dall’1,795 euro per litro ancora di Eni all’1,807 sempre di Tamoil (No-logo a 1,700). Il gpl infine viaggia tra 0,823 euro al litro di Esso e 0,845 di TotalErg (No-logo a 0,807).