Liberalizzazioni, entro il 20 gennaio il decreto legge

La parola magica al momento è ancora liberalizzazioni. Lo chiede l’Europa e il governo Monti accelera nonostante le rimostranze già dichiarate dei settori interessati e soprattutto le minacce di scioperi. Lo ha ribadito ancora lunedì il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il termine ultimo sarà il 20n gennaio.

In quella data verrà varato e comunicato ufficialmente il decreto legge relativo e sin da subito cominceranno, è logico attenderlo, le resistenze. Ma Monti e il suo governo tirano dritto, come dimostra la scelta del decreto e non di una legge, che avrebbe avuto tempi troppo lunghi e dato spazio facilmente a emendamenti e lungaggini burocratiche tipiche del nostro parlamento. Invece non c’è più tempo, in tutti quei settori che verranno interessati dal provvedimento.

Lo sa bene Catricalà, che viene dalla presidenze dell’Antitrust: gli italiani pagano troppo perché manca una vera concorrenza in molti settori. Ecco spiegate le scelte che andranno a toccare le spese vive degli italiani. Come quello dei carburanti, con la verde che sta arrivando a sfiorare una quota drammatica come quella dei 2 euro al litro. Il primo passo sarebbe quello dell’eliminazione dell’esclusiva per le singole pompe di benzina, anche se gestori e fornitori sembrano al momento contrari.

Capitolo delicato anche quello delle farmacie e dei taxisti, corporazioni duri da scalfire: nel primo caso è prevista la liberalizzazione anche per le parafarmacie almeno dei farmaci di fascia C, l’aumento degli esercizi commerciali e la multi-titolarità, aumentando il numero massimo da 4 a 8 persone. Nel secondo invece si vorrebbe ampliare il mercato erogando licenze ‘compensative’, ossia dando la possibilità agli attuali titolari delle licenze di vedersene assegnata un’altra gratuitamente, anche se i tassisti promettono battaglia.

Quanto al settore energia e trasporti, non è previsto uno scorporo tra Eni e Snam nel settore gas, mentre invece nonostante il referendum dell’anno scorso potrebbe tornare d’attualità la privatizzazione dell’acqua. E ancora, divieto per banche e servizi assicurativi di abbinare ai mutui anche un’assicurazione a copertura, più concorrenza nel settore dei servizi postali e del trasporto ferroviario, maggiore concorrenza in settori da troppo tempo chiusi e ristretti come quelli degli avvocati e soprattutto dei notai.

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