La recessione ha fatto bruscamente calare le emissioni di anidride carbonica, il gas dell’effetto serra. L’Iea, Agenzia internazionale per l’energia, ha diffuso ieri un’anteprima del suo World Energy Outlook 2009 di cui erano finora circolate solo anticipazioni ufficiose.
Il rapporto dice che questa situazione offre una finestra di opportunità più unica che rara per imparare a liberarsi dalle energie fossili: cioè per contenere la concentrazione di gas serra nell’atmosfera e il conseguente innalzamento delle temperature.
L’anticipazione del World Energy Outlook 2009 riguarda il rapporto fra energia e clima ed è il contributo dell’Iea alle trattative per preparare la conferenza sul clima che si svolgerà a Copenhagen in dicembre.
Grazie alla recessione (oltre che alle misure salva-clima prese da alcuni Paesi), scrive l’Iea, è prevedibile che in questo 2009 le emissioni di anidride carbonica attribuibili ad attività umane diminuiscano del 3%. Il calo più drastico degli ultimi 40 anni. Del resto, è intuitivo. Il rallentamento dell’economia è andato a braccetto con un minore consumo di energia, che deriva perlopiù da fonti fossili: petrolio, carbone, gas, il cui uso comporta l’emissione nell’atmosfera di anidride carbonica, il principale gas dell’effetto serra.
La recessione insomma ha fatto un piacere al pianeta. A che prezzo! Si tratta ora di cogliere il fiore del male, suggerisce l’Iea: si sono create le condizioni, dice l’agenzia, affinchè il mondo diminuisca entro il 2020 l’uso delle fonti fossili nella produzione di energia. Per raggiungere questo obiettivo l’Iea stima che siano necessari investimenti nel settore dell’energia pari a 10.000 miliardi di dollari tra il 2010 e il 2030: una cifra che rappresenta lo 0,5% del PIL mondiale nel 2020.
L’anticipazione del World Energy Outlook 2009 diffusa dall’Iea
Fonte: Blogeko.libero.it