Dieci ettari di terreno tra le ciminiere e i silos di Porto Marghera, trafitti da centinaia di tubi di plastica trasparente alti 8 metri, ripieni di alghe: diatomee monocellulari che grazie alla fotosintesi crescono un milione di volte in più di quanto accade in natura: nel porto di Venezia nascerà il primo impianto in Italia a produrre energia ricavata dalle alghe. L’impianto sarà in grado di produrre circa 40 MW, vale a dire l’equivalente della metà dell’energia necessaria agli abitanti del centro storico di Venezia e un terzo della centrale Enel di Porto Marghera.
A firmare il progetto sarà la nuova società eNave (Energia dalle alghe per Venezia): 51% Autorità portuale, 49% la neo-costituita società Enalg dell’ex ministro Willer Bordon, la società che si è assicurata la commercializzazione in Italia del brevetto di Solena Group: il gruppo Usa in Spagna si sta applicando alla produzione di biokerosene per l’aviazione.
La prima centrale elettrica verde del mondo sarà capace di produrre 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, ad emissioni zero, 50 MW di purissima energia, utilizzandone un quinto per alimentarsi: Venezia ne consuma 80-100, il porto veneziano una decina. A mettersi in società, due ex ministri del centro sinistra: Paolo Costa, presidente dell’Autority portuale, e Willer Bordon, Ad di Enalg, che ha creato con l’amico imprenditore Giancarlo Giglio, ex amministratore delegato di Datamat (poi ceduta a Finmeccanica). La prima centrale elettrica pulita e senza le rotture di carico giorno-notte del fotovoltaico, potrebbe essere operativa in due anni.
I vari protagonisti dell’iniziativa si propongono di farne un modello esportabile anche negli altri porti del Nord Adriatico, compresa Trieste: «Se il progetto della centrale a biomasse ricavate dalle alghe funzionerà -ha detto Costa- siamo già pronti a proporre il progetto della centrale ad alghe anche a Ravenna, Trieste e Capodistria, città con cui Venezia ha avviato accordi di cooperazione».
«Da Venezia può partire una rivoluzione energetica mondiale nell’ambito delle fonti rinnovavbili: sono sicuro che gli investitori faranno al coda», dice Paolo Costa, «come porto abbiamo due obiettivi: l’autosufficienza energetica e la riduzione delle emissioni di CO2, comprese quelle prodotte dalle navi agli ormeggi. In futuro, il fine è il collegamento elettrico delle navi, senza più emissioni in atmosfera, ma stiamo lavorando anche ad un progetto di fotovoltaico per 32 MW». «Per un paio di settimane ho cercato di scoprire quale fosse il trucco perchè‚ mi sembrava un progetto incredibile, alla fine mi sono arreso», sottolinea Bordon, «è una tecnologia rivoluzionaria: non ha l’instabilità delle altre fonti rinnovabili come sole e vento, cattura l’anidride carbonica e rilascia ossigeno, è un impianto a filiera cortissima, che non incide sul traffico».
«L’obiettivo – ha sottolineato il presidente dell’Autorità portuale di Venezia Paolo Costa – è di garantire l’autosufficienza energetica del porto e, nel prossimo futuro, di guardare alla possibilità di fornire da terra l’energia alle navi ormeggiate».
«Le alghe – ha spiegato l’ex ministro dell’ambiente Willer Bordon – superano molte delle criticità delle energie rinnovabili attuali come l’eolico e o il fotovoltaico a cominciare dal fatto che consentono di produrre energia per 8.000 ore l’anno contro le 1.700 del solare».
Chi fa simili affermazioni denota una poca conoscenza della materia, vedetevi le dichiarazioni del prof. Tredici dell’Università di firenze. Questo progetto non solo non sta in piedi ma getta discrdito su chi lavora seriamente. I politici riescono a fare danni anche quando nojn sono piu stati eletti. Marco CNR Roma
ciao marco dove si possono trovare le dichiarazioni di TRedici
perchè secondo te non funzionerebbe ? ciaoa