L’imminente generazione dei conti correnti sembra assumere contorni sempre nuovi e peculiarità ben diverse da quelle passate, e questo pare questo sembra essere il frutto di numerose motivazioni e in special modo dovute dalla remunerazione del denaro, oggi infatti il denaro lasciato a giacere non offre grandi guadagni agli investitori, basti pensare che effettivamente i conti che danno un tasso creditore sulla giacenza si contano sulle dita di una mano e quando si trovano hanno una scadenza ben precisa.
In un contesto economico piuttosto scarno, molto stagnante e poco dinamico, chi ne fa le spese sono ovviamente, i risparmiatori cosiddetti “poveri”, ovvero quelli che da parte hanno un gruzzolo che non supera i quindicimila euro.
E pare che siano proprio questi i destinatari presi di mira da banche ed istituti di credito che, nel corso degli anni, hanno dato vita ai conti della “generazione futura”.
Pare infatti che nell’immediato futuro (in alcuni contesti già una realtà) coloro i quali sceglieranno di aprire un conto corrente in realtà stipuleranno una sorta di “abbonamento” con la banca di riferimento, una sorta di rapporto continuativo che dovrebbe portare al mantenimento di una partnership lunga anche tutta la vita.
Queste future generazioni di conti correnti comprenderanno negli abbonamenti tutta una serie di servizi quali ad esempio carta di pagamento, carta revolving, assicurazione al deposito di titoli e perfino consulenza.
Tale inclusione di servizi, secondo gli esperti, è una strategica scelta che permetterà quindi prima di tutto di giustificare il prezzo dell’abbonamento e in concomitanza sarà di sprono al cliente stesso invogliato a rischiare un po’ di più.
Si tratta di una situazione che potrebbe portare ad una serie di conseguenze non del tutto positive e a danno, ovviamente, del risparmiatore che per poter avere un conto corrente sarà costretto a dover stipulare un abbonamento e un pacchetto di servizi anche se non intenzionato.