Nelle ultime settimane abbiamo parlato spesso del famoso Decreto Semplificazioni Fiscali varato dal Governo Monti, decreto che in via del tutto ipotetica avrebbe dovuto sostenere i cittadini italiani in questo difficile periodo di crisi ma che invece sembra essersi rivelato l’ennesima beffa del potere ai danni di noi comuni contribuenti.
Tra le tante novità introdotte, quella relativa all’applicazione di una nuova imposta di bollo proporzionale sui conti deposito, fino ad ora esentati da questa specifica tassazione.
Il decreto ha infatti esteso il pagamento dell’imposta di bollo proporzionale a tutte le tipologie di deposito, che siano esse bancarie o postali, e perfino ai certificati di deposito. Insomma questo 2012 sembra essere iniziato all’insegna degli aumenti, delle tasse e del caro vita. Dallo scorso 1 gennaio infatti i titolari di un conto deposito si vedranno recapitare un’imposta di bollo dello 0,1% annuo proporzionale alle somme depositate, tale percentuali si traduce in una fascia di contributo che oscilla da un minimo di 34,20 euro ad un massimo di 1.200 euro.
Ma le cattive notizie non sono finite qua, difatti dal 2013 l’imposta subirà nuovi aumenti passando allo 0,15% senza alcun tetto massimo. Un scelta ambigua questa, per un governo che voleva ridurre le spese bancarie a favore dei cittadini italiani. Nel dettaglio invece, la nuova disciplina prevede che vengano sottoposte a tassazione le comunicazioni periodiche alla clientela relative a prodotti finanziari anche se non vincolati ad obbligo di deposito, in questa categoria vi rientrano quindi anche i depositi postali e bancari pur se non rappresentati da certificati.
Ma come funzionava la vecchia disciplina? Fino all’anno scorso, il bollo sui conti deposito godeva di un costo particolarmente contenuto-pari a 1,81 euro per ciascuna comunicazione inviata alla clientela- un costo talmente modesto da indurre molto enti creditizi e finanziari a farsi carico del pagamento al fine di invogliare altri clienti a sottoscrivere il prodotto.
Restano però ancora parecchi dubbi in merito al pagamento del bollo! L’onere finanziario da chi deve essere sostenuto, dai correntisti o dalle stesse banche? Questa domanda non ha risposte univoche, bisogna infatti rileggere l’ultimo contratto od in alternativa l’ultimo documento di sintesi del deposito sottoscritto. Solo vagliando attentamente questi documenti si potrà capire se il pagamento spetta o meno alla banca. Se così fosse questa deve ottemperare ai propri doveri nonostante le novità introdotte dal Governo Monti.