Adusbef contro la Banca d’Italia: non è uno scherzo, ma una delle più importanti associazioni dei consumatori ha denunciato realmente il maggiore istituto di credito italiano per concorso nel reato d’usura. In realtà si tratta di una questione che fa parte del passato, una “vendetta” che arriva dopo tredici anni.
A far discutere è stata una circolare che la banca, quando era ancora guidata da Antonio Fazio, fece entrare in vigore davvero in pochissimo tempo per non comprendere nel calcolo dei tassi “limite” (ovvero la soglia tra il normale prestito e l’usura) la commissione di massimo scoperto.
Quest’ultima, nel corso degli anni, è cresciuta sempre di più, con relativo onere sulle spalle di famiglie e imprese.
Adesso, in base ad una sentenza della II sezione penale della Cassazione, quella circolare era illegittima.
Le motivazioni sono sotto gli occhi di tutti: stando al codice penale, nel calcolo sopracitato, vanno inserite tutte le spese, ovviamente commissione di massimo scoperto compresa.
L’attuale governatore Mario Draghi ha recentemente rivisitato il provvedimento, modificandolo e includendo nel calcolo anche la commissione di massimo scoperto.
Adesso la battaglia di Adusbef e delle aziende “truffate” passa in tribunale, visto che gli imprenditori che hanno subito l’usura, possono chiedere il rimborso alle singole banche e costituirsi parte civile nei confronti degli istituti creditizi e della Banca d’Italia.