A rimetterci sono i poveri cittadini, questo sembra essere oramai un dato incontrovertibile, ogni qual volta lo Stato vara una qualche misura finanziaria, a farne le spese, in maniera minore o maggiore restano comunque cittadini e consumatori, mentre a ripararsi da eventuali perdite, chissà perché, resta comunque la stessa solite élite di persone, come nel caso della situazione tutta italiana verificatasi a seguito della grande manovra correttiva da 24 miliardi di euro approvata dal Governo qualche tempo fa, al fine di evitare un possibile rischio di default o di svalutazione dei titoli di debito pubblico dell’intera nazione (come è accaduto in Grecia negli ultimi mesi).
Analizzando il testo attentamente, emerge senza alcun dubbio che non sono contemplati interventi a carico delle banche, ma piuttosto sugli aspetti comuni della vita dei cittadini, difatti sono stati previsti blocchi per i rinnovi dei dipendenti pubblici, sono stati cancellati senza timore alcuni enti ma non sembra essere stata assolutamente introdotta, né tantomeno ipotizzata, alcuna tassa aggiuntiva applicabile alle numerose transazioni effettuate dai giganti della finanza (manovra che invece è stata contemplata in parecchi paesi dell’Europa e del mondo).
A quanto pare, insomma, le banche e i grandi colossi dell’Economia proprio non di devono toccare, e non solo, possono continuare ad operare nella loro irregolarità con tanto di sottaciuto permesso del governo che ancora non ha posto alcun limite alle irregolarità effettuate dagli enti bancari.
Le irregolarità in questione vengono attribuite all’oramai consueta prassi che vede coinvolte le banche in azioni poco trasparenti, in quanto come oramai dimostrato più volte, la mancanza d trasparenza è forse uno dei problemi più grossi e disdicevoli del settore bancario italiano.
Secondo quanto dimostrato da Federconsumatori, non di rado le banche applicano tassi e condizioni fuori legge a danno, ovviamente dei consumatori, condizioni poco trasparenti che si tramutano in 361 euro circa in più su mutui e prestiti rispetto al resto dei cittadini europei.
