Se la neonata legge di stabilità sortirà gli effetti promessi dal Governo Letta solo il tempo potrà dirlo, ma la realtà attuale è quella delle famiglie italiane ancora arrancanti nella crisi economica. Tra mutui elargiti con il contagocce e con tassi di interesse stellari, e le tasse che cambiano nome ma non entità, l’Italia è tra i paesi dell’Eurozona che faticano maggiormente a uscire dalla recessione. In una situazione simile, le associazioni Adusbef e Confesercenti lanciano cori di protesta, ma è soltanto la punta dell’iceberg.
L’Adusbef se la prende con le banche, sempre più oggetto d’accusa delle parti sociali e della politica per le grosse difficoltà italiane nell’uscire dalla congiuntura negativa. Uno studio dell’associazione ha evidenziato come un cittadino italiano che richiede un mutuo trentennale di 100.000 euro è costretto a pagare 33.840 euro di interessi in più di un qualsiasi altro cittadino europeo. Le difficoltà contro le quali gli italiani si scontrano al momento di richiedere un mutuo sono un dato di fatto, eppure l’Abi tenta di difendere le proprie azioni e i propri interessi con il suo presidente Antonio Patuelli: “In Italia siamo impegnati in prestiti che superano la raccolta bancaria e siamo in prossimità del massimo storico di quelli erogati negli ultimi vent’anni. Eppure la vulgata dice che siamo tornati ai livelli del 1999. Non è vero.”
Al di là dei mutui, il problema più pressante delle famiglie italiane deriva dalle tasse. La cancellazione dell’Imu sembra aver rappresentato niente più che una foglia di fico, dal momento che l’imposta è stata velocemente rimpiazzata. L’unica certezza è stata l’aumento dell’Iva. La Confesercenti non si è fatta sfuggire niente e avverte: “Attenzione, è in arrivo una sfilza di sigle fiscali pericolosa, Tia1, Tia2, Tari, Tarsu, Imu, Tares e infine Trise: troppe forme impositive in rapida successione, con il rischio di una stangata.”