Pagamenti in contanti e tracciabilità: cosa cambia?

Così come previsto dalla nuova Manovra Monti, tutti i pagamenti in contante che superano i mille euro, dovranno essere effettuati tramite transazioni tracciabili. Addio al contante quindi, e per questo motivo ogni cittadino sarà costretto ad aprire un conto corrente per non rischiare di incorrere nelle salatissime sanzioni previste dai 3 mila euro in su.

La norma in questione diventerà definitivamente effettiva a partire dal primo di febbraio, modificando drasticamente il pagamento di pensioni, stipendi e saldi di liquidi generici.

Lo scopo che sottostà al varo di tale norma, in realtà, rientra all’interno del piano governativo di lotta all’evasione. Limitando i pagamenti in contanti, infatti, sarà più semplice controllare le grandi e piccoli transazioni di denaro, fornendo una mappa virtuale dei vari movimenti monetari. I pagamenti elettronici, infatti, rispetto ai pagamenti in contanti, si servono di modalità facilmente tracciabili. Una vera e propria rivoluzione in Italia, soprattutto se si pensa che il nostro Paese resta ancora legato ad una certa tipologia di pagamento, solitamente in contante.

Numerosi sono i rapporti di lavoro, soprattutto privati, in cui i pagamenti vengono effettuati solo ed esclusivamente tramite denaro liquido. C’è da aggiungere, altresì, che le nuove norme vietano i trasferimenti di contante tra privati (superiori a 1000 euro) da libretti di deposito bancari o postali e titoli al portatore in euro o valuta estera a meno che il trasferimento non avvenga tramite sportello postale e/o bancario.

Le sanzioni previste in caso di violazioni delle norme sulla tracciabilità rientrano nella sfera amministrativa e non penale, e prevedono solitamente pagamenti di somme all’Erario in percentuali che variano dall’1 al 40% degli importi trasferiti. Si va da un minimo di3 mila euro per import superiori ai 1000 euro, mentre invece per importi superiori ai 50 mila il minimo sale dall’1 al 5% dell’importo stesso.

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