La Diocesi Bresciana ha avviato parecchie iniziative volte a sostenere le famiglie meno abbienti presenti sul territorio, oltre allo stanziamento del “Fondo della Speranza” di cui abbiamo già parlato, la diocesi ha previsto un ulteriore fondo, il cosiddetto “Microcredito Sociale”pensato per tutti lavoratori a basso reddito che necessitano di un’integrazione salariale.
Il prestito prevede un’erogazione massima di 3.000€ da rimborsare entro tre anni con l’applicazione di un tasso d’interesse pari allo 0,5%.
Come spiega Giorgio Cotelli, direttore della Caritas bresciana, i prestiti non sono stati ideati secondo la formula a fondo perduto, poiché solo in questo modo le famiglie saranno responsabilizzate e coinvolte attivamente in un processo di reintegro monetario, in quanto, grazie alla restituzione dell’importo altri prestiti potranno essere stanziati per famiglie bisognose.
Questo progetto non mira a regalare o a donare soldi ai bisognosi ma ha lo scopo pomario, bensì, di creare un circolazione monetaria da mettere a disposizione delle famiglie che versano in condizioni di emergenza.
Il progetto è partito con un fondo iniziale di solo 160 mila€ ma nel corso del 2009 si è arrivati quasi a un milione di euro, e le richieste per accedere al fondo aumentano esponenzialmente.
Il prestito perverrà al richiedente con accredito dopo circa 3 settimana e potrà subire interruzioni dovute ad eventuali miglioramenti della condizione economica.
Importante dire, in ultima analisi, che tali progetti godono del supporto di numerosi enti che si interessano di disagio sociale quali Associazione “Cuore Amico Fraternità”, la “Congrega della carità apostolica” e la “Fondazione della Comunità Bresciana“.
Un’ iniziativa importante che potrà finalmente restituire tranquillità e calma ai nuclei familiari e ai singoli oramai strozzati dall‘emergere continuo di debiti e obblighi finanziari.
E’ triste vedere che anche in Italia, un paese ricco, ci sia bisogno di prestiti di solidarieta come avviene in India o Brasile. Ma almeno anche qui qualcuno si da da fare. Grazie.