A quanto pare la Riforma dell’Università appena presentata e approvata da pochi giorni al “Palazzo Chigi“, prevede un’importante e innovativa possibilità per tutti gli studenti che versano in situazioni economiche precarie.
Il documento prospetta l’erogazione di prestiti tagliati su misura per studenti e universitari che saranno inquadrati in una fasce di reddito troppo basse per poter far fronte alle spese universitarie.
I giovani studenti potranno così ritirare i propri finanziamenti sotto forma di “buoni” di cui si prevede la restituzione parziale solo una volta terminato il percorso di studi.
Pare essere un’iniziativa del tutto meritevole anche se per ora le casse statali non dispongono di un’adeguata copertura finanziaria che rischia di mettere in crisi l’intero sistema vanificando completamente la legge.
C’è da dire però che oramai risulta essere quanto mai necessaria una legge che istituisca i cosiddetti “prestiti d’onore” che potrebbero risollevare le sorti di parecchi studenti con una situazione familiare precaria, e soprattutto per tutti coloro che essendo fuorisede si trovano spesso a dover pagare affitti esorbitanti.
Le spese relative all’Università diventano sempre più onerose e cospicue, e questo potrebbe portare a rinunce o abbandoni da parte di tutti i giovani che non possono permettersi di pagare le rette sempre in aumento, escludendo poi tutti i costi consequenziali relative alle spese effettuate per comprare i libri o per poter usufruire di trasporti e mense.
La restituzione parziale dei buoni avverrebbe solo in un secondario momento, quando lo studente oramai immesso nel mercato del lavoro, può vantare una situazione economica salda e stabile .
Pare, quindi, che lo Stato si stia impegnando fortemente in questa direzione cercando di stipulare accordi e intese che prevedano una collaborazione tra Università e Istituti di Credito.
Una svolta importante per tutti i giovani desiderosi di investire nel campo della conoscenza e della formazione.