Tirrenia verso la privatizzazione con 900 milioni di debiti

È uno degli ultimi carrozzoni pubblici ad andare sul mercato. E non a caso. Finora la Tirrenia più che navigare ha traccheggiato. Quella manciata di milioni di utili – 15 nel 2007, meno del 3% dei 595 milioni di fatturato – che produce ogni anno non devono incantare. Senza il cospicuo intervento dello Stato che versa in conto esercizio una media di 200 milioni l’anno, quei profitti sarebbero pura illusione ottica. Certo per chi esercita un servizio pubblico e deve gestire rotte spesso anti-economiche è normale essere assistito. Ma è sempre un problema di misura. E qui si è andati ben oltre.

Debiti per 900 milioni
Ma più che la redditività, cui la messa sul mercato dovrebbe ovviare (in meglio), il vero macigno che pesa sulla compagnia di navigazione è la mole dei debiti cumulati negli anni. A fine 2007 l’esposizione verso terzi era di ben 903 milioni (con una media di oltre un miliardo dal 2004 al 2006), un livello superiore di tre volte all’intero patrimonio del gruppo. Una soglia oltre il livello di guardia da anni e nel quale le banche la fanno da padrone. Dei 900 milioni, infatti, ben 731 sono soldi presi a prestito dagli istituti di credito. Che ovviamente si sono ben cautelate, vista la rischiosità del cliente. Quasi tutta la flotta è ipotecata dalle banche. Non solo. Anche le due sedi sociali di Napoli e Venezia sono in pegno al Mediocredito centrale per un finanziamento del 2005.
Gli amministratori possono replicare che il solo valore delle navi-traghetto tocca il miliardo di euro. Starà ora all’advisor valutare: sta di fatto che come rileva la Corte dei Conti su 26 navi in esercizio a fine 2007 ben 11 sono assai vetuste con un’età che va dai 13 ai 32 anni. Più che battelli qualcosa di più vicino alle “carrette del mare”.

Compensi fuori misura
Con la privatizzazione quanto meno dovrebbe sanarsi un’anomalia. I membri del Cda avevano un tetto complessivo agli emolumenti di 275mila euro, poi ridotto a 120mila. Volete sapere se è stato rispettato? Assolutamente no. La magistratura contabile nel suo ultimo rapporto fa notare che i compensi totali nel 2007 degli amministratori risultavano di 973mila euro. Il tutto senza spiegazioni.

Fonte: Ilsole24ore.com

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