Unicredit chiama a raccolta azionisti esteri, Fondazioni ed anche soci privati. Queste le ultime mosse derivanti dalla maxi ricapitalizzazione da ben 7,5 miliardi oramai giunta alle ultime mosse. Un clima di tensione quello di piazza Cordusio che però dovrà attendere fino al prossimo al venerdì l’eventuale adesione degli investitori istituzionali, variabile tutt’altro che trascurabile.
Intanto i mercati pensano di già a quali potranno essere i nuovi assetti che andranno ad installarsi nella banca, soprattutto in previsione della prossima scadenza del consiglio di amministrazione.
Per ora resta quindi da attendere, e solo una volta raggiunto l’aumento desiderato, si potrà finalmente determinare in che percentuale i nuovi soci UniCredit entreranno nel Capitale. Ultime, ma importantissime indicazioni sull’adesione alla ricapitalizzazione sono state fornite nella giornata di ieri dalla famiglia Pesenti anch’essa presente nel capitale con lo 0,5%, un percentuale che ha dato modo all’ ente creditizio di chiudere il cerchio sulle posizioni storiche nel capitale della banca.
Il gruppo facente capo alla filiera Italmobiliare-Italcementi, invece, ha aderito all’aumento di capitale UniCredit per circa il l 30% , poco meno di 10 milioni di euro, quota però destinata a diluirsi nel prossimo futuro. Analizzando attentamente le parti di capitale versate dai vari soci, emerge con chiarezza che quasi tutti i soci privati dell’istituto hanno aderito all’intero processo di ricapitalizzazione con quote abbastanza contenute, per non dire ridotte.
Un’adesione solo parziale, insomma, quella dei soci privati italiani, così come le fondazioni le cui percentuali si attestano sul 3,51 per Cariverona (che un tempo deteneva il 4,2%) , su un 3,31% di CTR che potrebbe potenzialmente salire al 4,2%, e sul 2,9% di Carimonte.
A quanto pare questi saranno i possibili scenari futuri che caratterizzeranno i nuovi equilibri con i quali la banca si presenterà in primavera per il rinnovo del board e dei vertici.
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