Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, ha dichiarato che la crescita economica “dipende dalle istituzioni, dalla fiducia dei cittadini verso di esse, dalla condivisione di valori e speranze” e che “occorre sconfiggere gli intrecci di interessi corporativi che in più modi opprimono il Paese”.
Questa – ha puntualizzato il numero uno di via Nazionale – è “una condizione essenziale per unire solidarietà e merito, equità e concorrenza, per assicurare una prospettiva di crescita al Paese”.
Draghi ha poi sottolineato che è necessario “proseguire nella riforma del nostro sistema di istruzione, già in parte avviata, con l’obiettivo di innalzare i livelli di apprendimento, che sono tra i più bassi nel mondo occidentale anche a parità di spesa per studente”: peraltro “il distacco del sistema educativo italiano dalle migliori pratiche mondiali potrebbe implicare a lungo andare un minor tasso di crescita del Pil fino a un punto percentuale”.
Inoltre – ha proseguito il governatore di Bankitalia – “andrebbero ridotte in misura significativa le aliquote, elevate, sui redditi dei lavoratori e delle imprese, compensando il minor gettito con ulteriori recuperi di evasione fiscale, in aggiunta a quelli, veramente apprezzabili, che l’amministrazione fiscale ha recentemente conseguito”.
Mario Draghi ha infine rimarcato che “oggi il 60% dei laureati è formato da giovani donne che conseguono il titolo in minor tempo dei loro colleghi maschi, con risultati in media migliori, sempre meno nelle tradizionali discipline umanistiche”.
Tuttavia – ha concluso il governatore – “in Italia l’occupazione femminile è ferma al 46%, venti punti in meno di quella maschile, è più bassa che in quasi tutti i Paesi europei (soprattutto nelle posizioni più elevate e per le donne con figli) e le retribuzioni sono, a parità di istruzione ed esperienza, inferiori del 10% a quella maschili”.