Le alternative più interessanti ai BOT sono gli ETF e i fondi obbligazionari governativi a breve e lungo termine. L’ultima asta di BOT a sei mesi ha registrato un registrato un nuovo minimo storico del rendimento lordo, attestato allo 0,55%, cui bisogna poi sottrarre anche le commissioni e le tasse. I rendimenti netti dei BOT, in sostanza, sono scesi allo 0,08%. Segnali negativi anche dall’asta dei CTZ, i Certificati di Credito del Tesoro «zero coupon», con scadenza al 30 giugno 2011, il cui rendimento netto è diminuito all’1,29%.
Nell’asta di fine mese, spiega l’Assiom, la richiesta di titoli è stata di 16 miliardi, a fronte dei 10 disponibili. Nonostante i rendimenti risicati, quindi, la domanda rimane sostenuta, soprattutto da parte delle tesorerie delle banche, che investono in titoli di Stato la maggior parte della liquidità iniettata dalle banche centrali. Chi si è sempre affidato ai titoli di Stato, però, non deve per forza lasciare i propri risparmi a sonnecchiare sui conti correnti bancari, perché esistono almeno un paio di alternative ad oggi piuttosto sicure: gli ETF e i fondi obbligazionari governativi a breve e lungo termine. Gli Exchange Traded Funds sono una categoria di fondi le cui quote sono negoziate in Borsa in tempo reale come semplici azioni e si caratterizzano come una via di mezzo tra un’azione e un fondo. Gli ETF consentono la diversificazione e la riduzione dei rischi tipica di un fondo di investimento.
I fondi obbligazionari governativi a breve e lungo termine offrono un’elevata sicurezza in termini di affidabilità creditizia delle emissioni inserite in portafoglio. In particolare, quelli a lungo termine rispondono piuttosto bene anche all’alternanza di fasi di tassi rialziste e ribassiste. Da marzo scorso, tali prodotti stanno offrendo rendimenti compresi fra il 3 e il 3,5%. Finché non si alzano i tassi o non c’è previsione di rialzo, si tratta di prodotti su cui puntare.
Fonte: Businessonline.it