Il vertice svoltosi a Bruxelles venerdì scorso, ha visto l’Italia protagonista di un rifiuto netto e deciso, riguardante la proposta di introdurre una tassa europea sulle transazioni finanziarie. La posizione assunta dal governo italiano si mette in deciso contrasto contro quella tedesca, che invece è la promotrice di tale balzello, che non ha mai riscosso le simpatie del nostro esecutivo, nemmeno tempo addietro. La Germania, a cui bisogna aggiungere anche la Francia, ha, già da molto tempo, affermato che un’imposizione del genere sarebbe necessaria, pure se si limiti solo a livello europeo.
Silvio Berlusconi, dal canto suo, non usa mezzi termini nel definire “ridicola” la proposta tedesca, sostenendo che se fosse stata introdotta solamente dall’Unione Europea e non dagli altri grandi paesi, avrebbe di fatto trasferito negli Usa e negli stati che non avrebbero aderito all’accordo, tutta la mole di transazioni finanziarie internazionali.
Il tema della tassa sulla finanza, vede i due premier, quello italiano e tedesco, divisi nettamente, con la Merkel che ha provato quindi a proporre all’attenzione del G20, non solo una tassa sulle banche, ma anche quella sulle transazioni finanziarie, evidenziando anche come si potrebbe aprire la prospettiva, in assenza di un accordo con il G20, di un’azione in solitaria.