L’adozione del pacchetto clima, del piano anti-crisi preparato dalla Commissione europea e dell’intesa con l’Irlanda che fa ripartire il cammino delle riforme previste dal trattato di Lisbona ribalbano l’immagine di un’Unione ingessata e iperburocratica, incapace di agire e reagire davanti a una «crisi economica e finanziaria globale» e alla minaccia di «una recessione».
Questa la Ue che il presidente francese Nicolas Sarkozy ha descritto al termine del vertice di Bruxelles.
I Ventisette si sono impegnati a compiere «uno sforzo equivalente a circa l’1,5% del Pil dell’Unione europea» con un’azione rapida sia per quanto riguarda le misure volte al rilancio, sia per quanto riguarda i piani di salvataggio del sistema bancario. L’1,5% del Pil è l’entità indicata dalla Commissione nel piano presentato il 26 novembre scorso. L’1,2% del Pil, ossia 170 miliardi, doveva, nelle intenzioni della Commissione, essere messo a disposizione dagli Stati membri, mentre lo 0,3% dall’Unione europea e dalla Bei. Il testo finale non menziona i 200 miliardi di euro complessivi di stimoli per rilanciare l’economia, ma mantiene l’obiettivo dell’1,5% (molto criticato dalla Germania), che ha già varato un consistente pacchetto di misure per il rilancio.
«In queste circostanze eccezionali, l’Europa agirà in modo unito, forte e rapido per evitare una spirale di recessione e sostenere l’attività economica e l’occupazione», si legge nel testo, che sottolinea come «le politiche degli Stati membri sulla protezione sociale e l’inclusione abbiano un ruolo chiave da svolgere». Inoltre, «il Consiglio europeo esorta le banche e le istituzioni finanziarie a fare pieno utilizzo delle agevolazioni concesse loro per mantenere e sostenere i prestiti all’economia e far beneficiare i creditori dei tassi d’interesse più bassi», evitando così quel “credit crunch” che anche la Banca centrale europea ha iniziato a denunciare.
I leader Ue sostengono in particolare «un maggior intervento da parte della Banca europea degli investimenti di 30 miliardi nel 2009-2010, in particolare per le piccole e medie imprese, per le energie rinnovabili e per il trasporto pulito, soprattutto a vantaggio dell’auto». Sull’auto, settore particolarmente colpito dalla crisi, il testo indica anche che gli Stati membri dovrebbero attuare delle misure coordinate «per sostenere la domanda», con «l’obiettivo di produrre effetti immediati, di essere limitate nel tempo e di essere mirate ai settori più colpiti e più importanti per la struttura dell’economia».
Fonte: Ilsole24ore.com