La manovra tanto annunciata da Tremonti per rimettere in sesto i conti pubblici andrebbe direttamente ad incidere sugli stipendi di ministri e manager: vien da dire, finalmente, visto che fino ad ora gli unici che hanno pagato, e anche pesantemente, sono stati i cittadini italiani.
In ogni caso, dopo aver definito un “aperitivo” la riduzione del 5% degli stipendi dei parlamentari, si ragiona sulla possibilità di tagliare una cifra che oscilla dal 10 al 15%.
Comunque, rimangono alte le quotazioni che riguardano un taglio dell’indennità dei manager pubblici, anche fino al 10%.
Vengono invece accantonate le soluzioni che riguardano la riduzione degli stipendi dei magistrati e un intervento di limitazione alle auto blu, perché non porterebbero a grandi risparmi.
Per quanto concerne invece la situazione di far diventare più selettive le progressioni automatiche degli stipendi riferibili all’intero pubblico impiego, i tecnici stanno pesando a dei profili di incostituzionalità.
Parlando invece di pubblica amministrazione, rimangono molto probabili i tagli sulle finestre per le pensioni di anzianità, la stretta sui falsi invalidi e la moratoria che riguarda il rinnovo dei contratti pubblici.