Il decreto legge è del marzo 2011, ma in realtà sino ad oggi ha trovato poca applicazione pur rappresentando un deciso vantaggio per gli inquilini. Parliamo del fatto che chi denunci il proprietario di casa che affitta in nero o con un contratto irregolare per evadere il fisco ha diritto a ottenerne regolare per quattro anni e rinnovabile per altri quattro, soprattutto ad un prezzo che può arrivare al 80-90% in meno di quello di mercato.
In questo caso specifico infatti il canone di locazione viene fissato per legge al triplo della rendita catastale. E a Bologna finalmente la legge potrebbe trovare un’applicazione concreta a Bologna grazie al Consiglio del quartiere Navile che ha avanzato la proposta direttamente al Comune prendendo come caso specifico gli studenti universitari.
Bologna è una delle principali città italiane con studenti pendolari, quindi il problema è molto sentito. E ora si vorrebbe che l’iscrizione all’Università sia legata anche al fatto di avere in mano
contratti di locazione regolari per cancellare il problema degli affitti in nero. Per ora però l’assessore per i Rapporti con l’ Università, Alberto Ronchi, ha bocciato la proposta facendosi forza sul diritto di accesso allo studio e sul fatti che gli studenti rappresentano comunque una fornte di ricchezza e reddito per la città. Peccato che all’estero sia già così, come dimostrano ad esempio le iscrizioni alla Sorbona di Parigi o alla Humbolt di Berlino.
E così una legge potenzialmente corretta soprattutto per l’emersione degli affitti in nero resta sostanzialmente inapplicata. Fino allo scorso anno infatti era stato concesso ai proprietari irregolari di presentare un’autodenuncia e regolarizzare così la situazione, con una riduzione dell’Irpef dal 30% al 21%, e fino al 19% nel caso in cui il proprietario accettasse di affittare la casa con contratti a canone concordato, mentre una volta caduto il termine vengono premiate le delazioni.
A Bologna si annuncia un patto tra Amministrazione comunale, Gdf e Agenzia delle entrate per combattere il fenomeno con la creazione di un database che presenta i dati forniti dai tre Enti per aiutare la lotta anti-evasione. Ma siamo sicuri che basti?