Negli ultimi giorni ci siamo ritrovati spesso a parlare di Immobili, e più di una volta nel corso dell’ultimo anno abbiamo affrontato la complessa questione della presunta crisi immobiliare italiana.
Gli esperti e gli imprenditori immobiliari gridano alla bolla, ma nonostante tutto si continua a negare l’effettivo crollo del prezzo degli immobili.
Nessuna crisi insomma e a provarlo ci sarebbero le ultime rilevazioni Istat pubblicate solo qualche giorno fa. Secondo l’agenzia infatti, i prezzi degli immobili già esistenti hanno dovuto fare i conti con un meno 5,4% rispetto al 2011, un dato poco confortevole messo in discussione però dai dati ottenuti dall’analisi dei costi relativi alle nuove abitazioni.
I prezzi degli immobili di nuova costruzione, infatti, sarebbero addirittura aumentati dell’1,9%. A farsi avanti L’ANCE, Associazione Nazionale Costruttori Edili, che ha utilizzato i dati in questione per negare nuovamente lo scoppio di una bolla immobiliare. Insomma il prezzo di una certa categoria di immobili cresce, a provare che lo stato di salute immobiliare non è ancora compromesso.
Ma allora come mai le vecchie costruzioni vanno a ribasso mentre le nuove sono soggette addirittura all’aumento? Secondo gli esperti la motivazione è da rintracciare negli alti standard qualitativi offerti dalle nuove costruzioni, progettate secondo i nuovi dettami dell’efficienza energetica, del corretto posizionamento e di una maggiore vicinanza con servizi e mezzi di trasporto.
Gli acquirenti sono diventati molto più esigenti e consapevoli e prima di acquistare casa compiono valutazioni prima impensabili. Si può ritenere quindi risolta la questione? A quanto pare no, perché ovviamente una percentuale tanto piccola non può bastare a mantenere in piedi un mercato incerto e traballante.
