Il governo intende modificare lo Statuto dei lavoratori, dopo ben 40 anni dall’entrata in vigore della legge che regola e tutela i diritti di chi lavora. Questa notizia ha provocato grandi proteste tra le file del PD e la Cgil, ma anche di Cisl e Uil.
Andiamo con ordine. E’ notizia recentissima che il ministro del Welfare ha confermato le voci che il governo vuole cambiare le norme riferite a tale statuto e che i tempi di attesa prima del provvedimento saranno abbreviati.
Già nei prossimi giorni si attende l’arrivo del Piano triennale per il lavoro a cui poi seguirà un disegno di legge delega sullo Statuto.
Due le linee guida del provvedimento governativo: da una parte il riconoscimento dei diritti di ogni lavoratore, a prescindere dalle dimensioni dell’azienda e dal tipo di contratto e poi l’applicazione di strumenti di tutela diversi in base al settore di appartenenza, del territorio e dell’impresa stessa.
Per voce del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, è un vero e proprio attacco alla Costituzione, certo che il caro vecchio Statuto sia ancora validissimo ai giorni nostri.