Cresce l’economia italiana e il merito va soprattutto attribuito, nel campo della produzione industriale, all’aumento delle esportazioni che però ancora non bastano.
Lo testimoniano i dati diffusi negli ultimi due giorni che hanno confermato come nel 2010 la ripresa ci sia stata, ma a fronte di un calo complessivo dell’export made in Italy mentre altre nazioni al mondo si sono rafforzate.
Non è ancora il caso di lanciare allarmi, ma certo di analizzare attentamente le quote di mercato elaborate dall’Unione delle Camere di Commercio italiane che hanno fatto propri i dati forniti dalle organizzazioni mondiali del commercio, in particolare il Wto.
La quota di export italiano sul mercato mondiale è scesa tra il 2002, anno d’introduzione ufficiale dell’euro, al 2010 dal 3,9 al 2,9% mentre nello stesso periodo la Cina è salita dal 5 al 10,4%, la Russia dall’1,7 al 2,6%, l’India dallo 0,8 all’1,4% e il Brasile dallo 0,9 all’1,3%.
Poco consola che nella stesse situazione italiana ci siano altri grandi produttori mondiali come gli Stati Uniti che hanno perso il 2,3%, la Francia e il Regno Unito con un –1,7%, il Giappone con un –1,4%, la Germania con un –1,2%. In particolare l’Italia ha perso quote di mercato nel campo della meccanica e complessivamente sull’esportazione di prodotti nel mercato europeo anche se non in tutti i settori. Ad esempio tra il 2006 e il 2010 i porti petroliferi di tre regioni come Liguria (+38,8%), Sardegna (+20,5%) e Sicilia (+15,9) sono riusciti a sostenere bene l’economia complessiva del nostro Paese.
Un po’ meglio comunque sembra andare in questo 2011. Infatti nei primi tre mesi dell’anno l’Istat ha rilevato una crescita mensile che accompagna praticamente tutte le regioni con il primato per quelle nord occidentali che hanno fatto segnare un +5,1% seguite dal Mezzogiorno con un + 3,6%, dal Nordest con un +3,4% e dal Centro con un +2,9%. Tra le regioni che maggiormente contribuiscono al rialzo dell’export si segnalano l’Emilia-Romagna (+19,2%) e il Lazio (+30,5%). Passando alle singole province, quelle che hanno dato la spinta decisiva per il dato positivo sono anzitutto sono Milano (con una variazione pari a +13,8%), Brescia (+26,9%), Roma (+35,8%), Genova (+76,2%), Vicenza (+17,8%), Bologna (+24%), Arezzo (+51%), Torino (+10,3%), Treviso (+16,8%) e Siracusa (+31,5%).