L’Italia che non lavora: questa potrebbe essere un’altra definizione del nostro paese. Il tasso di occupazione dell’Italia si aggira intorno al 57,5% infatti, nel corso dello scorso anno: quasi sette punti percentuali in meno in confronto alla media europea, che si attesta intorno al 64,6%. Sono dati evidenziati dall’Istat, che chiarisce come il tasso dimostri una diminuzione di oltre 1,2 punti percentuali in confronti ai dati del 2008.
Se andiamo a guardare poi i dati delle singole regioni, la stima più alta che riguarda il tasso di occupazione appartiene all’Emilia Romagna e al Trentino Alto Adige (68,5% per entrambe le regioni), mentre al terzo posto si piazza la Valle d’Aosta, con un tasso pari al 67%.
Le percentuali meno elevate, si registrano al Sud: la maglia nera va alla Campania con il 40,8%, a seguire la Calabria con il 43,1% e la Sicilia, con il 43,5%.
Proprio in merito a quest’ultima situazione riguardanti le regioni meridionali, l’Istat evidenzia come in tutti questi casi il tasso di occupazione che fa riferimento alle donne è molto limitato e minore in confronto alla media nazionale.
Il problema risiederebbe proprio nel lavoro femminile: si stima che il numero di donne occupate tra i 15 e i 64 anni sia circa la metà rispetto a quello dell’Emilia Romagna.