Il fenomeno del doppio lavoro è piuttosto radicato in Italia, molti ricorrono infatti ad un secondo impiego in nero che affiancano alla attività principale in modo da arrotondare ulteriormente lo stipendio. La situazione dell’economia globale tende a favorire il diffondersi di questa tendenza (sempre ammesso che si trovi un altro lavoro), e spesso un impiego lo si trova perché si è disposti a prendere un stipendio in nero, il che accontenta chi lavora ma anche e sopratutto il datore di lavoro.
Il doppio lavoro, secondo i dati raccolti dall’Istat, coinvolge attualmente qualcosa come 5 milioni di persone. I dati che l’Istat ha messo in luce in questi giorni sono stati ottenuti in seguito alle misurazioni del tasso di disoccupazione di cui già abbiam parlato, e mostrano che la pratica del doppio lavoro è veramente dura a scomparire. Il numero si ottene confrontando le posizioni lavorative, gli occupati in quest’anno risultano infatti essere in media 24.838.000 mentre le posizioni sono invece ben 29.617.000 tra regolari ed irregolari.
Il doppio lavoro in un periodo di crisi è un concetto che difficilmente si può estirpare dal generale modo di pensare, negli ultimi dieci anni lo stipendio medio si è andato via via erodendo ed il potere di acquisto è diminuito in maniera allarmante, per questo motivo tantissime persone, come si evince empiricamente dai dati, ricorrono all’espediente di trovarsi una seconda mansione, che gli permette a volte semplicemente di sostenere le spese, a volte di togliersi qualche piccolo sfizio. Il secondo lavoro è in genere una attività secondaria che si affianca a quella a tempo pieno e che viene pagata in nero, solitamente questo genere di lavori si ottengono nel settore dei trasporti ed in quello alberghiero.