Dopo aver conquistato larghe parti delle fasce sociali italiane, ecco che l’arte della condivisione arriva a coinvolgere anche il mondo delle imprese. Arriva il Job Sharing e a beneficiarne saranno in particolare le piccole aziende, di qualsiasi natura esse siano e anche nel caso in cui siano unite in cooperative. La novità è stata introdotta con un decreto del ministero del Lavoro e permette di condividere il lavoro di una singola figura professionista. In attesa della proclamazione ufficiale della legge, si valutano già i pro e i contro: sebbene la nuova norma offra la possibilità alle aziende di risparmiare sui costi di assunzione del personale, è anche vero che va a calare la possibilità di assunzione per i professionisti del settore.
Come tutte le novità della sharing economy, anche lo job sharing è figlio della crisi. Per fare un esempio concreto, con la nuova normativa più aziende agricole potranno assumere di comune accordo un unico ingegnere esperto in tecnologie di produzione. La pratica ovviamente comporta un notevole risparmio nelle casse delle imprese. Particolarmente entusiasta per la nuova normativa si è mostrato Maurizio Onorato, il presidente di Confagricoltura in Sardegna, che ha dichiarato: “Si tratta di una straordinaria opportunità e ha anche il vantaggio di prevedere semplici meccanismi per le procedure obbligatorie di comunicazione.”
Ma le aziende attendono ancora a cantar vittoria, dal momento che affinché la norma possa essere applicata deve prima essere pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. E l’ufficialità si attende anche per colmare le lacune di una legge che presenta ancora dei punti oscuri. Ovvero ancora non è stato chiarito il metodo di attribuzione delle responsabilità all’interno delle aziende che abbracciano il Job Sharing.
