Il Tar del Lazio ha sospeso la tassa sulle sigarette elettroniche. Si tratta dell’imposta del 58,5% voluta dal Governo Monti e che sarebbe dovuta entrare in vigore dal primo gennaio 2014. La decisione aveva fatto infuriare i commercianti del settore, tanto che gli iscritti ad Anafe-Confindustria avevano presentato ricorso. La sospensione decisa dal Tar del Lazio della tassa sulle e-cig è solo la prima, ma fondamentale, battaglia vinta; ora si attende il giudizio della Corte Costituzionale.
Nei giorni scorsi aveva fatto discutere uno studio di settore portato avanti dal Centro Arcelli per gli studi monetari e finanziari della Luiss: la tassa del 58,5% sulle sigarette elettroniche avrebbe decretato un completo fallimento dell’intero settore commerciale. I commercianti che hanno investito sulle nuove e-cig rischiano ancora di perdere azienda e lavoro, per un settore che in soli due anni di attività, e in pieno periodo di crisi economica, aveva dato vita a ben cinquemila posti di lavoro. I difensori delle sigarette elettroniche hanno puntato il dito contro la volontà di difendere i vecchi potentati, in questo caso incarnati nella produzione delle tradizionali sigarette.
Ma dopo la decisione del Tar del Lazio i rappresentanti delle sigarette elettroniche esultano, possono infatti continuare la loro attività senza essere strozzati da una pressione fiscale fuori dal normale. Il presidente di Anafe-Confindustra, Massimiliano Mancini, non ha esitato nel difendere l’intero settore italiano delle e-cig: “In due anni ha generato più di cinquemila posti di lavoro, ha reso l’Italia un’eccellenza europea nella produzione di liquidi per sigarette elettroniche, e ha visto giovani imprenditori mettersi alla prova nonostante il periodo di crisi economica in cui viviamo da anni.”