Spin-off in casa Fiat

Giornata storica quella di ieri per la Fiat, il gruppo torinese, al centro di forti contestazioni riguardanti i licenziamenti nei suoi stabilimenti italiani, si è data molto da fare in questo periodo e, sopratutto dopo l’acquisizione di Chrysler, ha dato il via ad una stagione di rifondazione volta all’uscita dal tunnel della crisi che ha colpito un po’ tutte le case produttrici dando una svolta alla lunga storia dell’azienda.

Ieri come dicevamo è stata però una giornata storica, perché il Gruppo Fiat darà vita ad una scissione. Dall’attuale schieramento infatti nasceranno due “Fiat”, la tradizionale Fiat che noi tutti conosciamo, quella che con l’acquisto di Chrysler sta ora sondando mercati nuovi e floridi, e Fiat Industrial, meno conosciuta ma che, secondo le parole di John Elkann, è una delle più grosse al mondo con “60mila dipendenti, 70 stabilimenti ed un fatturato di 30 miliardi”.

Proprio John Elkann, al discorso di apertura dell’assemblea degli azionisti del Lingotto, convocata proprio per parlare di questo spin-off, ha parlato in termini entusiasti della creazione di “due Fiat forti, molto ambizione e composta da persone preparate e pronte a realizzare gli obiettivi”. Anche Sergio Marchionne ha ricamato parole importanti per la scissione, secondo il criticato amministratore questo passo “permetterà al gruppo di voltare pagina ed iniziare un nuovo capitolo della sua storia”.

Insomma sembra proprio che il passo compiuto sia importante, lo sperano un po’ tutti, sopratutto i dipendenti del gruppo che sono ancora con in testa la spada di Damocle di un licenziamento visto che la Fiat sta rivedendo molti dei suoi piani produttivi alla ricerca di un taglio dei costi e di una sterzata verso una produttività a minor costo.

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