Gravi problemi in vista, la Tamoil, nota azienda libica, ha confermato di voler chiudere la sua raffineria di Cremona e di trasformarla in un mero deposito, a niente dunque sono serviti i buoni uffici del nostro governo con quello libico, a meno che non si pensi al bunga bunga che il nostro Presidente del Consiglio ha imparato proprio da Gheddafi (questo almeno a loro dire).
Ma veniamo a questa notizia, i vertici del gruppo libico riferiscono che la raffineria di Cremona mostra forti perdite e per questo non hanno altra scelta se non quella di chiuderla e trasformarla in un deposito, questo ovviamente significa perdita di centinaia di posti di lavoro. Attualmente infatti la raffineria da lavoro a qualcosa come 300 persone che diventerebbero non più di 30 se questa verrà trasformata in un deposito.
I sindacati sono già entrati in azione e minacciano azioni contro questa decisione, che pare irrevocabile, secondo i portavoce infatti la crisi della raffineria è innegabile ma sarebbe legata più che alla crisi alla mancanza di investimenti del gruppo libico che avrebbe deliberatamente abbandonato al suo destino questo impianto. I sindacati oltra ai soliti scioperi hanno anche chiesto un colloquio ed hanno attivato tutta una serie di misure volte a scongiurare la chiusura e la trasformazione; sul tavolo dunque sono finite proposte come la riconversione della fabbrica o la vendita di quest’ultima ad un altro gruppo, il tutto ovviamente nella speranza di salvare più posti di lavoro possibile.