La crisi mondiale dell’automobile è ormai al paradosso. I giganti di Detroit sono stati trascinati nel fango a un passo dal baratro. Dopo settimane di funesti annunci alla fine è approdata sui tavoli del Congresso Usa una proposta di legge che promuove incentivi da 4.500 dollari per la rottamazione. Si tratta di un genere di aiuti molto diffuso in Italia e in Francia e a questi paesi ha fatto esplicito riferimento anche il presidente di General Motors Rick Wagoner.
La prospettiva è quella incoraggiata da mesi da Barack Obama di una pioggia di miliardi di dollari in soccorso di GM, Ford e Chrysler.
L’Europa e l’Italia però sono apparse tutt’altro che fiere del successo delle loro manovre passate e hanno cominciato a innervosirsi in concomitanza con i dati sempre più disastrosi sul mercato dell’auto nel Vecchio Continente. L’Acea – l’associazione delle case automobilistiche europee – ha infatti pubblicato da poco un report in cui rivela che la domanda di nuove vetture in Europa è scesa del 19,3% nell’ultimo trimestre del 2008. Cali drammatici si sono visti in Spagna, in Islanda e in Irlanda, ma anche l’Italia e il Regno Unito registrano una flessione a due cifre (-13,4% e -11,3% rispettivamente). Più contenuti sono stati i rallentamenti della Germania e della Francia.
Con un mercato in brusca frenata la prospettiva di decine di miliardi di dollari investiti dagli Stati Uniti nelle proprie case automobilistiche ha così impensierito anche i produttori del Vecchio Continente. Il problema è che l’Europa non è uno stato ma una sorta di federazione e quindi le reazioni sono partite (come sempre) alla spicciolata.
Già sei paesi almeno hanno varato interventi di vario tipo in favore del comparto auto e nel frattempo, ovviamente, i malumori sono cresciuti. Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, da tempo denuncia una pesante distorsione del mercato, anche perché ha il fondato timore che i concorrenti francesi e tedeschi ricevano (insieme agli americani) consistenti aiuti pubblici ignorando così a bella posta le leggi di mercato. Se si considera poi che Moody’s ha appena messo sotto osservazione il rating sul debito della casa automobilistica torinese si capisce bene perché il manager italo-canadese appaia tanto preoccupato.
La posta in gioco però rischia di essere davvero alta e di fatto il mercato unico europeo potrebbe subire un duro colpo. Così oggi il ministro dell’industria europea Guenter Verheugen ha riunito 27 ministri Ue e ha dato finalmente il proprio via libera a un piano coordinato di intervento europeo in favore del comparto auto. La Bei (Banca europea per gli investimenti) promuoverà dei finanziamenti continentali per la rottamazione. Sicuramente la declinazione di questi aiuti nei vari paesi farà ancora discutere e molto probabilmente il sigillo Ue al salvagente pubblico non impedirà agli stati membri di agire ancora una volta ognuno per conto proprio. Un passo avanti, però, è stato fatto.
Fonte: Finanzablog.it