Il progetto francese di cui vi sto per parlare mi è sembrato interessante perché unisce all’obiettivo di ottenere energia dagli scarti, un metodo meno complesso di quelli che solitamente mi capita di leggere. Due cerealicoltori e un allevatore si sono alleati per produrre il primo impianto di produzione di biometano nella regione dell’Alsazia.
Come spiega semiserio uno di loro, “il nostro progetto assomiglia allo stomaco di un animale”. Si tratta infatti di stoccare dei rifiuti organici e dei resuidi agroalimentari in serbatoi di cemento, di mescolarli e di scaldarli a 37 ° fino a quando prendono una forma liquida, dopodiche entrano in gioco i batteri che li trasformano in biogas.
La materia prima dell’impianto, ovvero i rifiuti, verranno dalle attività dei tre creatori – oltre che da alcune mense. Una volta trattati, produrranno un gas naturale liquido che permetterà di produrre energia rinnovabile attraverso un sistema di generatori. Secondo le previsioni, il riciclaggio di 13.500 tonnellate di residui agricoli e di 12.500 tonnellate di resti agroalimenti permetterà di produrre ogni anno 880 megawatt di calore, in modo da alimentare i bisogni di 270 famiglie, e 10.000 megawatt di elettricità, che corrispondono al consumo medio di poco meno di 2.900 famiglie.
Si prevede di rivendere tutta l’energia elettrica prodotta, e questo dovrebbe permettere di ammortizzare i costi dell’impianto in una decina d’anni – visto che ha richiesto un investimento di 5 milioni di euro.
Fonte: Ecoblog.it