Due opzioni per l’ecobonus fino al massimo di 1.500 euro

Il provvedimento del Governo a sostegno dell’auto dovrebbe arrivare al Consiglio dei ministri della prossima settimana. Dopo il tavolo istituzionale di mercoledì a Palazzo Chigi, ieri il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola ha aperto un incontro tra i tecnici del suo dicastero e degli altri ministeri coinvolti (Economia, Ambiente, Infrastrutture, Politiche europee). Sono state passate in rassegna diverse simulazioni ed ipotesi di intervento ma per sbloccare la partita e risolvere il nodo risorse sarà decisiva la prossima settimana, in cui sarebbe previsto anche un nuovo incontro con le parti sociali. Lo strumento per intervenire potrebbe essere un decreto ad hoc o un emendamento al decreto legge milleproroghe.

Gli interventi
Resta la rottamazione la principale ipotesi di intervento, con un meccanismo in base al quale l’incentivo sale al diminuire della percentuale di emissioni di Co2 emesse dalla nuova vettura da acquistare. In quest’ambito, anche se l’ipotesi non è ancora consolidata, potrebbe scattare anche un “disincentivo” fino a 500 euro, un malus fiscale come quello introdotto dal Governo francese, per vetture che emettono più di 170 grammi di Co2 per chilometro.

Gli incentivi, secondo lo schema della campagna scaduta il 31 dicembre 2008, sarebbero finalizzati all’acquisto di un’auto elettrica o ibrida oppure Euro 4 o Euro 5 con emissione fino a 140 grammi per chilometro di Co2 nel caso di alimentazione a benzina e 130 g/km se diesel.
Secondo l’ipotesi massima l’ecobonus potrebbe arrivare a circa 1.500 euro, quasi il doppio delle agevolazioni concesse fino allo scorso anno. Ma molto dipenderà dalle risorse a disposizione e dalla platea delle auto che verrà selezionata, visto che si lavora in due direzioni: estensione anche alle Euro 2 immatricolate a partire dal 1997 oppure replica della vecchia rottamazione (solo Euro 0, Euro 1 e Euro 2 immatricolate prima del 1997) con un bonus per singola auto che in questo caso sarebbe però più elevato.

Sul versante della ricerca di nuovi modelli ecologici si punta ancora sui fondi del programma Industria 2015: potrebbe essere emanato un secondo bando legato ad ambiente e sicurezza dopo quello per la mobilità sostenibile con il quale sono stati aggiudicati 180 milioni a centri di ricerca, università e ad aziende della filiera. Ieri Scajola ha annunciato un gruppo di lavoro congiunto tra Italia e Germania sulla ricerca, a cominciare dal settore dei motori a basso impatto ambientale.

Le risorse
Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha assicurato «unità di intenti» nel Governo e attenzione «per la situazione complessiva dell’occupazione e delle imprese, con particolare attenzione ai produttori dei beni durevoli», lasciando intendere possibili misure anche per altri settori. Ma tutto dovrà essere vagliato sulla base dell’effettiva entità di risorse. Per il leader Cgil Guglielmo Epifani servirebbero 2 miliardi. Sulle cifre reali che alla fine il Governo metterà in campo si resta alle indiscrezioni che indicano un valore tra i 400 e i 500 milioni in termini di effetti netti considerando il maggior introito per l’erario (oltre 1 miliardo invece l’importo lordo). Tuttavia il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, sostenuto dal ministro leghista della Semplificazione Roberto Calderoli, punterebbe a contenere l’impegno da parte dello Stato intorno ai 300 milioni.

Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola spinge per un piano più incisivo, anche oltre i 500 milioni, che avrebbe però bisogno di reperire risorse fresche tra fondi già destinati dallo stesso dicastero ad altri obiettivi. Come la diffusione della banda larga nelle aree del Paese a digital divide, che sulla carta ha a disposizione 800 milioni. Una dote che ormai da mesi attende il via libera dal Cipe ma che appare sempre più incerta. «Siamo molto preoccupati – dice Maurizio Tucci, presidente di Anitec, l’associazione delle imprese di tlc e informatica – Sarebbe miope trasferire risorse già assegnate all’innovazione tecnologica».

I produttori
Per Guido Rossignoli, direttore generale dell’Anfia (costruttori nazionali), una possibile super-tassa sull’immatricolazione per le nuove vetture di grossa cilindrata, ritenute più inquinanti, potrebbe essere in linea con l’applicazione di quanto chiede la Ue: «Chi più inquina più paga». Secco no, al contrario, da Unrae, l’Associazione dei costruttori esteri.

Fonte: Sole24ore.com

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