Facebook pronto a cedere alle aziende informazioni utili per ricerche di mercato

MILANO – Facebook ha in progetto un’idea per il mercato dei meta-dati prodotto dai suoi utenti. Il social network avrebbe intenzione di sfruttare l’enorme mole di dati in suo possesso attraverso la creazione di una serie di banche dati utili alle aziende per realizzare ricerche di mercato. A prima vista nulla di trascendentale, nulla di nuovo sotto il cielo. Le aziende – scrive il Guardian – potranno sottoporre ricerche specifiche per la creazione di nuovi prodotti e campagne pubblicitarie mirate. Ma stiamo parlando di Facebook. Al World Economic Forum di Davos, Randi Zuckerberg, sorella del fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dimostrato come sia possibile ricevere feedback in tempo reale da tutti gli utenti iscritti. Un sistema di sondaggi molto più rapido che abbatte i costi delle ricerche tradizionali. L’azienda che ha già venduto ad alcune società questo nuovo sistema di sondaggi si aspetta un 2009 particolarmente intenso.

DATABASE – Facebook contiene copia di un enorme mole di dati personali che gli utenti ogni giorno immettono sulla piattaforma. Quindi di uno dei data base più interessanti in circolazione (celibe? sposato? gay?). Un insieme molto complesso di intime emozioni, idiosincrasie, legami in divenire. Un mondo vivo e in movimento a cui gli utenti partecipano in modo volontario. Non solo freddi dati alfanumerici. Ma un microcosmo che in vitro può scatenare nuove e inaspettate reazioni, con ricadute spesso anche al di fuori del suo campo artificiale. In due parole: vita reale.

IL BOOM – Facebook è il social network che nell’ultimo periodo è cresciuto più di tutti gli altri con circa 150 milioni di iscritti (150 lingue da 170 nazioni). L’Italia è il sesto Paese al mondo per numero di partecipanti, si parla di una cifra attorno ai 5 milioni di utenti.

SONDAGGI COMMERCIALI – Certo, gli user di Facebook accettano le condizioni d’uso imposte dalla società quindi sono prontamente avvisati della gestione dei dati che via via inseriranno online. Non solo, i partecipanti possono anche guandagnare qualcosa attraverso appositi servizi pubblicitari. La maggior parte degli iscritti è contenta di sperimentare questa nuova forma di opinione pubblica digitale e quindi anche di sondaggio commerciale (il rovescio della medaglia). Ma l’ambiguità secondo cui Facebook e gli altri strumenti simili siamo tendenzialmente gratuiti rimane. Nel mondo del Web 2.0 quasi nulla in realtà è spassionatamente gratuito. La moneta di scambio siamo noi, la nostra cultura personale e il vasto insieme delle connessioni amicali, amorose, sociali. Il punto non è evitare l’uso ma saper valutare il peso di questo scambio, esplicito o tra le righe che sia.

Fonte: Corriere.it

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *