La Corte di Cassazione ha stabilito, con la sentenza N.871/2009, che se un dipendente trasforma in denaro le ferie che non è riuscito a prendere, l’azienda può detrarre le somme dai redditi dell’impresa.
Il tutto nasce da una richiesta del Fisco ad una società di adeguare i versamenti delle imposte sostenendo che: «il diritto alle ferie è per legge irrinunciabile» e i giorni di riposo «devono essere goduti dal dipendente nello stesso anno in cui sono maturati». Se ciò non è possibile per esigenze di servizio «l’indennità per ferie non godute», versata al lavoratore l’anno successivo, «è un accantonamento e non un costo».
Secondo tale tesi l’azienda avrebbe dovuto pagare le tasse sui “costi” detratti.
La sentenza cita testualmente:
«ai fini della determinazione del reddito d’impresa, il costo per le indennità dovute al personale per le ferie non godute» deve essere calcolato e detratto «dall’esercizio d’impresa nel quale il dipendente ha maturato il diritto».
Fonte: Fiscaleweb.com